“Facciamo un selfie? Aspe lo rifaccio”. E’ una tendenza, è una moda, è un modo di essere ormai, è diventato il mondo in cui ci identifichiamo, i selfie o autoscatti sono si ricordi dell’attimo immortalato ma sono anche comunicazione di qualcosa che vogliamo trasmettere. Ci abbelliamo facendoci aiutare dalla moda del momento o dal beauty per costruirci una personalità da selfie. Un selfie racconta, dice, parla di noi. E’ un veicolo di auto-rappresentazione e di connessione tanto da dire ‘sono qui, sono proprio qui in questo momento’. Il selfie da intimo diventa pubblico quando si testa l’effetto che quello scatto con il proprio look regala a chi lo guarda. In quel momento noi ci vogliamo mostrare al mondo proprio nel modo in cui vogliamo essere visti, scegliendo e selezionando le diverse informazioni dell’ambiente che vogliamo comunicare. Quante volte proviamo a fare una foto e poi la cancelliamo? Quante volte ci sistemiamo e poi ci mettiamo in posa? Scattiamo, guardiamo, cancelliamo e la rifacciamo tutto questo ad oltranza? Fino a quando una volta soddisfatte la sistemiamo con filtri o effetti grafici e condividiamo la percezione di noi il più possibile corrispondente al nostro desiderio in quello scatto. Alcune ‘dritte’ della responsabile fashion di Instagram Eva Chen dicono che per fare un selfie da risultare autentico, bisogna fare stretching con le braccia più in alto che si può, non bisogna mai scattare in controluce dato che la luce deve essere sempre sul viso, in quanto la pelle risulta più bella, bisogna tenere il mento rivolto verso l’alto e infine essere naturali e sorridenti. Gli autoscatti saranno veri e trasmetteranno una reale e ironica espressione di noi stessi.
Susan Bright, critica di fotografia disse: “Storicamente l’autoritratto è sempre stato concepito come rappresentazioni delle emozioni, come esteriorizzazione dei sentimenti intimi (…) quando osserviamo un autoritratto fotografico (..) vediamo piuttosto una dimostrazione di amore di Sè”.
Un selfie o autoscatto moderno può essere anche espressione di arte, come l’esperimento dell’artista e fotografo Patrick Specchio che ha coinvolto i visitatori di una Mostra d’arte contemporanea a entrare in un ascensore, nel quale un grande specchio rifletteva la loro immagine, a scattarsi un autoritratto con una macchina fotografica messa a loro disposizione e gli scatti prodotti sono stati il materiale artistico di “Art in translation: selfie, the 20/20 experience”, un’esposizione fotografica allestita al MoMa di New York!
E allora non ci resta altro che… scattare!!
Troppo interessante questo articolo 😍
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