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Lo sguardo maschile

Le immagini e le storie che hanno gravitato e gravitano tutt’ora attorno al tema del sesso e dell’erotismo manifestano una caratteristica che ha sempre accompagnato l’arte occidentale: il punto di vista è prepotentemente maschile. Lo sguardo maschile o ‘male gaze’, come viene definito dalla critica cinematografica Laura Mulvey, è stato linfa attiva con sorprendente continuità. La tradizione pittorica europea ha vissuto la donna nel contesto erotico attraverso stereotipi di origine maschile, che le hanno dato attribuzioni di ruolo come: la seduttrice, l’amante, l’innocente, la strega, ecc.. Da questo dovremmo dedurre tutti quei luoghi comuni sulla donna che si sono tramandati per generazioni. Luoghi comuni che purtroppo detengono il primato anche nel 2024. Lo sguardo maschile è insito in testi biblici, che continua ad avere una influenza non da meno, anzi, alimenta accese discussioni.

Lo sguardo maschile al tempo della pittura di Tiziano leggeva il corpo femminile e la sua esteriorità erotica come il corpo di donne amanti o prostitute, il cinismo era imperante anche se si prospettavano segnali precoci di liberazione femminile, con ipotesi che potessero trattarsi di cortigiane colte. L’unico punto di vista purtroppo era dato dal committente dell’opera, che era maschio, e rispecchiava la sua considerazione deformante e imperfetta della donna, ma era esclusiva visto che si aveva solo quello a disposizione per scrutare la vita delle donne in quel contesto. Lo sguardo maschile addossava quella disinvoltura tipica della donna prostituta alle donne raffigurate nei dipinti. Insomma per lo sguardo maschile la donna era la femme fatale. Con il tempo lo sguardo maschile dirige la sua interpretazione verso una donna sposa e procreatrice. Ma l’occhio malizioso continua a vedere la femme fatale come quella letale. Donna dalla fama avventuriera, senza scrupoli. Se si pensa al dipinto di Lucrezia Borgia di Bartolomeo Veneto, un cronista la definì “la maggior puttana che fusse in Roma”. Sempre più presente nelle opere è la donna con un’inclinazione pericolosa. Un’astuta seduttrice da cui guardarsi, che non ha alcun tabù. Mentre gli uomini vengono rappresentati come vittime di inganni. In altre parole la donna davanti lo sguardo maschile è una trappola per la sua morale.

In definitiva, lo sguardo maschile pone la donna come oggetto sessuale, quasi fosse lecito guardarla in modo sessualizzato. Lo sguardo maschile rende la donna spettacolo del desiderio maschile. Il male gaze non solo lo si trova nell’arte, ma anche nel cinema e nella letteratura, e lo si può rintracciare anche sui social.

Lo sguardo maschile silenzia la donna e modella la donna a proprio piacimento.

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Seta e pizzo: due volti di una Donna!

La seta è morbida come le forme di una Donna. Il pizzo è un ricamo semplice e complesso come il carattere di una Donna. Insieme i due tessuti possono rappresentare i volti di una Donna. Entrambi mixandosi richiamano una miscela di colori dell’essere Donna. Possono sembrare a prima vista stoffe lineari ed essenziali, ma hanno una caratteristica predominante, quella dell’unicità. Ogni trama è a sè. Ogni intreccio di filato ha una sua forma. All’apparenza tutto è uguale, tutto sembra simile, ma scavando ogni ordito è singolare, cosi come lo è ogni Donna. La seta e il pizzo possiedono lucentezza e prerogativa di pregio.

Il pizzo è lussuoso, sexy, romantico. Il pizzo delinea una forma, un disegno, un rilievo della cucitura che si sente al tatto. Allo stesso modo il carattere di una Donna può risaltare in tutta la sua sostanza. Il pizzo risulta un tessuto che mostra e non mostra, che mette in evidenza ma velando. Il pizzo stimola fantasie che anticipano il piacere. Un Donna come il pizzo può alludere senza dire, può dire senza scoprirsi, può sedurre mostrando il suo stile.

La seta per la sua produzione naturale ricorda la natura della Donna, una natura accogliente e avvolgente. La seta è un tessuto che riflette la luce in modo inimitabile tanto che riesce ad assorbire le tinture offrendo tante sfumature. Così è una Donna che con la sua consapevolezza riesce a vestirsi di tante nuance. La seta è liscia e delicata, come la pelle di una Donna. La seta sembra sfuggire al tatto, è scivolosa ma fa bramare il tocco stesso. Anche la Donna a volte è inafferrabile ma porta a desiderarla ancor di più.

Capi di abbigliamento che fanno incontrare sia il pizzo che la seta diventano sciccheria, eleganza e incanto. La Donna ha in sè tutti questi requisiti. L’abbinamento e l’accoppiata di questi due tessuti rendono il capo raffinato e apprezzato. Anche solo un dettaglio di una delle due stoffe accostato all’altra firma il capo come abbigliamento di classe. Entrambi i tessuti sono capricciosi così come la Donna, con quel pizzico di stravaganza che la rende originale. Le linee scivolose della seta si intrecciano con le onde increspate del pizzo e creano la combo perfetta per capi ricercati e sofisticati, mantenendo essenzialità. Proprio come la Donna che è un cocktail di ingredienti chic, accurati, fini e distinti. La seta e il pizzo sono due facce, due nature che insieme danno vita a ciò che è la Donna. Indossando un capo in cui entrambi fanno da padrone, la Donna mostra il suo essere impalpabile e malleabile, ma anche rigoroso e prezioso. Entrambi i tessuti raccontano la storia di ogni Donna ogni volta che toccano la sua pelle.

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Donne con le Balls

Oggi vi narro di una Donna con carattere, creatività e sogni da realizzare, che sin dalla tenera età decise di trascorrere la sua vita nella moda. In quel mondo che sembra patinato ma che riesci a vivere se ti distingui, se hai idee chiare e gli attributi adatti per farti un nome. Mirta Frosini con la sua linea di accessori moda ha dato vita alla sua artigianalità, ha diffuso con le sue creazioni il Made in Italy Garantito. Una Donna caratterizzata da passione e fantasia, una Donna che ha voluto disegnare qualcosa di diverso, di innovativo, che regala la voglia di sentirsi allegri. Indossare una sua creazione vuol dire sentirsi solari per l’uso dei colori, vuol dire distinguersi per il design particolare che ogni modello ha, vuol dire mostrare la propria personalità. I suoi accessori hanno anima e stile, una volta indossati si fondono con la persona che li indossa per le loro forme e per le loro linee uniche. La collezione che descrive l’importanza di essere una Donna con carattere porta il nome di Ballsmania. Sfere in resina colorate che raffigurano le Balls di ogni Donna. Sfere che indossate accentuano lo stile di ogni Donna. Balls che giocano con l’autoironia e la femminilità di ogni Donna. Da questa nuova collezione è stato coniato un hashtag #donneconleballs (rifacendosi al tipico detto ‘donne con le palle’) che sottolinea in maniera spiritosa e colorita le capacità che ogni donna possiede e ora con Ballsmania può sfoggiare. In ogni sfera risiede carattere, carisma, competenza, qualità, abilità, ma anche giovialità, simpatia, divertimento e unicità. La peculiarità di questa collezione è il gioco di colori con cui Mirta si diverte. Come un pittore gioca a creare nuove tonalità sui suoi quadri per esprime la sua anima, così anche Mirta esprime la sua regalandoci ogni volta un colore diverso. Spetta a noi scegliere il colore con cui giocare sui nostri outfit per raccontare il nostro stile.

Con Ballsmania ora io posso mostrare il mio essere vitale, energica e testarda, oltre che elegante e femminile, tutte caratteristiche del mio essere. Con Ballsmania io coloro il mio stile.

https://www.ballsmania.it/it/

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La donna degli anni ’50

Donne senza botox, senza tatuaggi, senza la fissazione dell’essere magre a tutti i costi pur di assomigliare alle modelle esili. Donne che portavano con fierezza le loro curve, che mostravano in modo consapevole il loro essere femmina e che esprimevano con eleganza e raffinatezza la loro naturale e semplice bellezza. Queste erano le donne degli anni ’50. Donne che palesavano sensualità e femminilità, donne che desideravano curare il proprio aspetto, che ponevano attenzione a cosa indossavano e a non risultare mai sciatte o trascurate. Il corpo formoso era un’arma di seduzione e non contemplava alcuna volgarità. Icone dell’epoca erano Marilyn Monroe ed Elizabeth Taylor, due donne dal carisma unico. Quegli anni erano ben lontani dall’emancipazione femminile, ancora la donna era vista come la casalinga perfetta, ma ciò che la donna sentiva era di essere apprezzata da chi la circondava. La donna aveva quasi il bisogno di mostrarsi in tutto il suo essere Pin Up. Essere Pin Up voleva dire diventare icona della femminilità con la consapevolezza del proprio potenziale sensuale. Una donna che sottolineava il suo essere adulta ed esibiva la sua vena sexy. La donna e il suo stile sono sempre stati sotto la lente d’ingrandimento della società e dagli anni ’50 sia la forma fisica che il look sono cambiati adattandosi ai canoni che ogni età imponeva. Gli anni ’50 possono definirsi gli anni dalle forme morbide e prorompenti, il seno, i fianchi generosi e un pò di pancetta erano le peculiarità che caratterizzavano la donna di quegli anni, una donna apprezzata e voluta per il suo essere bon ton. Oltre al corpo formoso, ai vestiti ampi e alle gonne a ruota, anche i capelli erano voluminosi con onde che cadevano sulle spalle. La figura della donna coinvolgeva e accoglieva, cosi come anche il suo sentirsi viva, perché vivi si sentivano un pò tutti dopo il periodo di guerra ormai lasciato alle spalle. C’era ottimismo, speranza e fiducia, e per questo la donna di quell’epoca si lanciava verso la cura di se stessa, mirava ad essere felice. Gli anni ’50 sono gli anni delle donne con il punto vita in evidenza ma soprattutto con la vita in netta ripresa. Soffermarsi su come si sentiva la donna degli anni ’50 è un pò come andare oltre e superare gli stereotipi fisici che oggi rendono tutti uguali. Piacersi e piacere non era dato dall’ossessione del fisico ma bensì dalla cura di se stessa e dal comportamento raffinato ed elegante.

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Body Shaming!!

Forse un articolo diverso da tutti gli altri ma in realtà mica tanto dato che si parla sempre di tendenza. In altri termini vi parlo del Body Shaming, due parole che a pronunciarle in inglese non dicono molto ma che hanno un significato profondo ed intimo, perchè sono in grado di entrare e colpire nell’animo. Il significato sottolinea come è facile attaccare le imperfezioni di una persona e renderle un difetto, che a mio avviso quel difetto è inseto solo negli occhi di chi guarda e non nella persona che viene osservata. Body Shaming che letteralmente vuol dire umiliare il corpo, è una tendenza diffusa ormai sui Social Network come Facebook e Instagram. Le persone famose ormai conoscono bene questa forma di bullismo su di loro, comparendo in ogni veste e in ogni occasione non mancano di essere colpiti per il loro apparire e per non corrispondere all’ideale di bellezza da top model.  Il Body Shaming racchiude in se una forma di offese verso il corpo femminile mediante commenti sui Social. Il mondo parallelo dei Social è un mondo a tutti gli effetti solo che ci si dimentica alle volte che nonostante si scrive attraverso una tastiera e si guarda attraverso un display vigono le stesse regole del mondo principale, rispetto ed educazione pur nutrendo un’opinione diversa. Gli stereotipi, la moda, i media, la pubblicità, il cinema danno dei canoni di bellezza che non corrispondono alla realtà, corpi femminili che non si trovano nel mondo reale ma che se esistono si trattano quasi di chimere. Questo fenomeno che sta esplodendo, portando non poche conseguenze, non è diretto solo a persone note ma anche a chi sta sul web e mostra se stesso attraverso foto. Il Body Shaming è la tendenza ad essere leoni sentenziando la fisicità di una donna, commentando negativamente il corpo di una donna perchè non si avvicina al modello di riferimento ideale. Una tendenza che di solito può scaturire da commenti apparentemente innocui ma che di inoffensivo non c’è niente. Contro questa forma di insolenza su Instagram circola un hashtag #bodyshamingisforlosers che vuol dire “creare vergogna del corpo è per i perdenti” perchè qualsiasi imperfezione che una persona abbia la rende unica nel suo genere. Le tendenze alle volte vanno seguite ma altre volte vanno bannate e denunciate.

“Non mi sono mai piaciute le persone che vogliono apparire perfette, quelle “belle da morire”. Troppo appariscenti, troppo sicure di sé, quasi irraggiungibili. Ho sempre preferito le belle persone. Imperfette, intriganti e fragili. Con i loro difetti, segni della loro unicità. Ma belle dentro, belle da vivere. Che con un sorriso riescono magicamente a trasformare in pregi anche i loro difetti. Perché le belle persone riescono a trasmetterci anche fisicamente la loro bellezza interiore.” Agostino Degas

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Ad ognuno il suo stile: Oscar de La Renta

“Cammina come se ci fossero tre uomini dietro di te” questa frase la diceva a tutte le sue clienti. Tra le principali fruitrici del suo stile c’erano first lady, dive del cinema e donne del jet set internazionale. Con le sue creazioni le donne si sentivano eleganti, sexy, sensuali, ogni volta che indossavano un suo abito si sentivano la bellezza scorrere sulla pelle. È vero che quando si parla di bellezza tutto risponde a canoni soggettivi ma nel caso delle collezioni di Oscar de La Renta si parla di meritata oggettività, proprio per questo era scelto dalle donne che ricoprivano un ruolo importante nella società. Lui fu lo stilista degli abiti che ricordano i colori tropicali della Repubblica Domenicana, isola in cui nacque, nel suo stile confluiscono la costruzione sartoriale e la vivacità dei colori latini. Il suo estro era finalizzato a rendere la donna femminile usando i bellissimi tessuti d’Europa e i brillanti colori latinoamericani. Oltre agli abiti creò anche una linea di accessori, una linea cosmetica, ed una per la home, insomma il suo nome ha toccato diversi settori. Viene considerato uno dei Big del panorama fashion grazie alla sua firma fatta di stampe, applicazioni, colori accesi, pizzo chantilly, lavorazioni fitte e talvolta complesse, e di intrecci minuziosi, tutto questo innalza il suo stile fino a farlo diventare unico, intramontabile, inconfondibile e senza sbavature. I vestiti de La Renta sono abiti da red carpet, dei piccoli gioielli che si adagiano al corpo di ogni lady. Sontuosità, eleganza, raffinatezza, femminilità, romanticismo possono essere solo termini ma tutti rappresentano l’espressione dei suoi abiti. Il suo marchio era passare dalla delicatezza femminile alla esuberante sensualità. Non eccedeva e la sua sobrietà era sempre apprezzata. Ogni donna quando indossa un suo vestito non passa mai inosservata tanto da sentirsi più sicura di se. Oscar de La Renta aveva il potere di far sentire una donna preziosa ed era considerato, una volta provate le sue creazioni, “lo stilista di fiducia”. Le sue perle erano gli abiti da sera ma quando doveva disegnare l’abito da sposa di una sua cliente si superava in classe e ricercatezza. In altre parole con Lui il sogno diventava realtà!

 

Immagine da Pinterest!

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Lo zodiaco si veste: la Vergine

Dal carattere pratico e con i piedi piantati a terra, dal fare unico e sicuro, dall’ essere semplice e poco incline a seguire le tendenze, il segno zodiacale della Vergine non ama apparire ma comunque quando indossa qualcosa non passa inosservato. Il suo lato energico e sempre strong porta questo segno ad essere forte in ogni situazione così come risulta deciso in quello che sceglie di portare addosso. Scegliere un capo o un accessorio per questo segno vuol dire metterlo, usarlo, utilizzarlo, la sua ordinarietà non porta ad avere un look anonimo, il suo perfezionismo lo si può notare nei colori e nella comodità dei tessuti che decide di vestire. Essere di questo segno porta a prendere la vita di petto in modo determinato e senza orpelli, si decora del suo essere risoluto in ogni decisione.

Questo segno sembra circondarsi più di tecnologia e di passioni, che di accessori per abbellirsi o di capi di abbigliamento per sfoggiare il proprio essere, anzi quelli che possiede sono molto sobri e discreti, comodi e pratici. Lo stile è minimal ma sempre perfetto. Essendo un segno di terra chi è di questo segno è concreto e tutto ciò di cui si circonda parla di lei persona. Dalle sneakers ai sandali flat, dalle gonne lunghe ai jeans, dalle t-shirt ai top, la Vergine detta il suo look con precisione e consapevolezza. Il segno è indipendente e proprio questo forte lato lo porta a non seguire le mode senza però togliere niente al suo fascino.

Sia la donna che l’uomo di questo segno hanno come caratteristica principale l’essenza e non l’apparire.

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Kids e il loro vestire

“I bambini sono degli enigmi luminosi” (Pennac)

Quando ero bambina apprezzavo lo stile che la mia mamma aveva scelto per me, seguiva la moda del momento ma senza andare oltre il limite, in altre parole vestivo abitini adatti all’ età, non indossavo vestiti che potevano farmi sembrare adulta. Ricordo ancora con gioia, la stessa gioia che avevo ogni volta che lo portavo, un vestitino in velluto blu, liscio senza ricami o applicazioni solo con una piccola cintura in vita, mi sentivo la più bella del reame, e lo sfoggiavo con sicurezza. I vestiti dei bimbi hanno il fascino della miniatura, ti incantano per il loro modo di coprire quel piccolo corpicino rendendolo grande, ti attirano a soffermarti sui migliaia abbinamenti che puoi creare accoppiandoci soprattutto accessori. Non a caso ogni bimba da piccolina quando gioca con le proprie bambole tende sempre a divertirsi con vestiti e piccoli accessori. L’innocenza dei bimbi e la genuinità del loro essere piccoli la si nota anche attraverso la scelta dei colori o dei piccoli capi di abbigliamento. Negli anni i bimbi cambiano, e con loro anche il modo di vedere un determinato capo addosso, tutte le caratteristiche che connotano i bambini si trasferiscono sulla scelta di come vestire, l’istintività, la concretezza, l’ idealizzazione, l’ essere influenzati, l’ essere al centro, tutti questi tratti fanno cambiare e valorizzano il loro stile e le loro scelte di come far parlare loro stessi.

Nella moda bimbi, i maggiori stilisti si sbizzarriscono sugli stili da proporre. Valerie Toyomura-Provot ha trasformato il brand della suocera, Marie-Sophie Ragueneau, in Baby&Taylor, un marchio di maglieria per bambini, tutto in tessuti naturali, una filosofia che si avvicina molto alla natura della fibra e che dà un valore aggiunto alla composizione di un capo o di un accessorio. Buho di Ines Surinyach, è una linea bambino che si ispira alla positività e alla solarità attraverso tessuti leggeri e dai colori tenui, quasi richiamano la sensazione di viaggi e paesaggi. Gabriella Lundblad è una disigner che disegna oltre i modelli anche le stampe sull’abbigliamento bambino, trasformando le sue collezioni in vere opere d’arte. Lo stile Bapribap (Pappa! oh Pappa!) è lo stile di Annica Öjermark Haque, una donna che per caso si dedicò alla moda bimbo usando un tessuto decorato con la cera, una stampa che si trova in Africa. E un ultimo stile che sta andando molto di moda è la moda genitore-figlio, in altre parole una mini-me, come la nuova collezione di Missoni, in cui madre e figlia portano lo stesso capo, abbigliamento coloratissimo e vivace e divertente.

Un adulto deve portare con se l’ anima di essere stato bimbo, ne trarrà giovamento anche nel proprio stile!

 

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Goth: una moda o un modo di essere?

Quando la moda diventa espressione di uno stile di vita, di uno stato d’ animo, di un essere invece che apparire, quando la moda è l’ anima di ognuno, quando la moda diventa parte dell’ identità di ogni persona, allora vuole dire che TU sei la moda, il TUO essere è moda, essa diventa la continuazione di TE. Tutto questo si amplifica quando lo stile è l’ espressività di un piacere, di un gusto per un qualcosa di specifico, di una passione per un determinato modo di vestire, di una attitudine per un definito genere.

La moda che risponde a queste caratteristiche può essere la moda gotica o moda goth, una moda che si suddivide in sottocategorie la cui tendenza è quella di usare il colore nero. La categoria su cui voglio soffermarmi è quella Romantic Goth che traeva ispirazione dalla caratteristiche della letteratura gotica, si metteva in risalto la delicatezza e la profondità dell’ animo insieme ad una inquietudine e passione interiore e tutto questo si trasmetteva in quello che si indossava. Questo filone di moda, che fa riferimento soprattutto alla moda vittoriana, è rappresentato da uno stile elegante e raffinato, dall’uso di lacci, di corsetti e vestiti multistrato. Il principale colore è il nero, ma sono presenti anche il bordeaux, il viola, il grigio, il bianco ed il blu. Gonne dalla linea ampia, lunghe spesso con merletti e pizzo, camicie castigate ma scollate e calze a rete. Oltre all’ età vittoriana, il look si rifà anche all’ età medioevale e rinascimentale. Le scarpe sono allacciate con lacci e il modello richiama sempre gli stivali alti o bassi che siano.

Opposto a questo stile romantico esiste un’ altra categoria che è il Fetish Goth, uno stile basato sull’estetica feticista e BDSM. Capi in PVC, gomma, latex, tutti abiti che aderiscono come una seconda pelle. Questo mondo che prima apparteneva ad un sottobosco proibito ora è d’ ispirazione di diversi stilisti, dai corsetti di Dolce & Gabbana alle calzature di John Galliano. Zana Bayne è la stilista per eccellenza di questo stile, con i suoi body in pelle, le imbracature per petto e collo, i bustier, gli accessori in stile bondage che arricchiscono i look (https://it.pinterest.com/ledrittedisimo/moda-goth).

Questo tipo di moda, di look, di stile, è un pensiero, dipende da chi lo indossa e da come viene rielaborato e interiorizzato, la musica oltre alla letteratura gioca un ruolo fondamentale, trasmette il mondo interiore, l’ anima di questo mondo e la trasferisce sul look. Una moda da scoprire e da far emergere attraverso l’essere!

 

Immagine da Pinterest.

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Lo stile della terra rossa

Il Coccodrillo è un animale dalla forza non comune, un predatore, la sua pelle è pregiata, dura e molto resistente, ha una performance unica e che dura nel tempo. Come il Coccodrillo non molla mai la presa così Renè Lacoste non mollava mai quando era sul campo da tennis. Era l’ anno 1927 in cui Renè Lacoste fu un grande esponente del tennis mondiale, vinse dieci titoli Grand Slam all’ Open di Francia, a Wimbledon e a Forest Hills, il suo soprannome fu Coccodrillo dalla sua passione di una borsa in pelle di Coccodrillo dove riponeva le sue racchette, regalatagli per una scommessa dal capitano della squadra di cui faceva parte durante la Coppa Davis. Quell’ animale lo fece successivamente disegnare sui blazer bianchi da tennis e sulle camicette, così il Coccodrillo diventa il marchio distintivo di Lacoste.

La moda, lo stile, il look su terra rossa iniziò tutto con lui. Fu lui che portò in campo un innovativo tessuto traspirante, il jersey petit piqué. Dalle gonne, alle polo o canotte, dalle tute ai vestiti fino ad arrivare agli accessori, tutti dalla linea semplice e a tinta unita o a righe con la prevalenza del colore bianco. Altro personaggio in voga fu Fred Perry con uno stile tutto suo e con sfumature pastello.

Ma con Fila, Nike, Adidas, Lotto e Sergio Tacchini il campo da rosso diventa colorato, da sintetico diventa naturale. Il campo diventa una passerella di eleganza e raffinatezza, ogni capo, ogni accessorio, ogni cosa che si indossi diventa un elemento distintivo della persona. La terra rossa si tramuta in tappeto rosso dove le stelle del tennis fanno il loro cammino con ciò che più si accosta al proprio stile, ognuno diventa protagonista non solo per il loro senso atletico ma anche per ciò che indossano. Una moda sempre più tecnica, ma che non perde in comodità e praticità, un abbigliamento sempre più innovativo ma senza dimenticare la classe. Tra terra e sudore, tra applausi e ovazione, tra ore e game, tutti i giocatori sfilano per diverse ore su quel campo che diventa Lo Stile.

 

Immagine da Pinterest