Questo articolo è il primo di una serie di articoli che apre le danze ad un appuntamento fisso in cui i protagonisti sarete Voi che mi seguite. Voi sceglierete un argomento di cui voler parlare. Voi analizzerete l’argomento che sceglierete. Voi racconterete il Vostro punto di vista e confrontandovi con Me sarà come essere in un salotto a conversare e disquisire.
I protagonisti di questo articolo sono il tema della Solitudine e la intrepida https://www.instagram.com/lithium138/ (Mary)
Per Mary la solitudine più che una condizione umana triste e negativa è una necessità, dato che può essere uno status in cui gli uomini si potrebbero sentire a proprio agio. Circostanze che possono portare inevitabilmente ad isolarsi sono in grado di conferire un valore importante alla solitudine. Secondo Mary la solitudine può diventare una migliore amica. Come una buona amica può dare supporto e rendere sicuri di se stessi. Si può vedere la solitudine come una fonte, uno stimolo da cui attingere affinché il nostro essere tragga sostegno e coraggio. Condividere il proprio tempo con qualcuno e togliersi dallo status di apparente isolamento non deve essere un bisogno ma deve essere un desiderio. Un desiderio che deve arricchire e non farci sentire più isolati di quando per scelta si decide di esserlo. Importante è porre l’attenzione su una differenza, quando la solitudine diventa una scelta personale e quando la solitudine è l’unica opzione. La solitudine diventa una scelta quando, nonostante siamo circondati da persone amiche, decidiamo comunque di isolarci in uno spazio personale al solo scopo di leggere dentro di noi ponendo l’ interesse su ogni sfumatura della nostra personalità. Questo può essere visto come un avere cura del rapporto con noi stessi. La solitudine forzata e obbligata inevitabilmente ci allontana dalla conquistata zona di confort. Ad esempio ci si può ritrovare soli in un contesto sociale poiché si fa fatica a socializzare, o ci si può sentire soli in compagnia di persone con cui si ha una relazione superficiale. Il periodo Covid, se ci si riflette, sembra un paradosso della solitudine, sembra aver fatto vivere in contemporanea le due facce di una stessa medaglia. Essere stati obbligati ad isolarci dal resto del mondo, ma andare alla ricerca della propria solitudine all’interno di un contesto familiare. Per Mary la capacità di stare da soli è una grande conquista emotiva perché fornisce al proprio IO la possibilità di isolarsi nel mondo, alla ricerca di concentrazione ed ispirazione. Non è facile ascoltare la voce dei propri pensieri, come non è facile analizzarne il tono e il modo in cui li rileviamo. Ci sono persone che hanno paura di isolarsi perché hanno paura di ascoltare, altre che si cibano della solitudine. Chi si nutre di solitudine, vista come un bisogno vitale affinché la sua abilità venga fuori, è colui che ancor prima di comunicare con gli altri, attraverso i propri lavori, comunica con se stesso e con la sua testa e anima. Compositori, pittori, scrittori, tutti coloro che fanno della propria arte innata un mestiere, hanno bisogno di dissetarsi dalla linfa della solitudine. Se dovessero perdere essa resterebbero privi di una parte di se stessi.
Un confronto quello con Mary che ha dato alla Solitudine diversi colori. Giocando con una tavolozza di nuance non abbiamo fatto altro che mescolare le nostre tonalità e accostarle, tanto da crearne un quadro in cui si legge una visione di due menti.
“La solitudine dà alla luce l’originale che c’è in noi” (Thomas Mann)
ormai è quasi banale dire che sei una evoluzione continua…. un crescendo di consapevolezza e conoscenza.. questo articolo è una ulteriore manifestazione della tua crescita… non è facile confrontarsi con gli altri, dare il proprio punto di vista su una questione altrui e farlo senza giudizi di sorta o preconcetti….riuscire a far diventare calda una parola fredda come solitudine… veramente brava… è sempre più un piacere seguirti Simona.
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grazie 🙂
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