Uno tsunami avrebbe fatto meno rumore, avrebbe travolto in una sola ondata e si sarebbero contati i danni per un bel pò, ma non avrebbe cambiato il modo di vivere. Un tornado sarebbe stato meno violento, avrebbe distrutto tutto ciò che gli veniva davanti, ma non avrebbe annientato il nostro modo di vedere le cose e di sentirle. Non avevamo la minima idea di vivere una Pandemia. Abbiamo studiato e letto di Pandemie, ma Noi non l’avevamo ancora vissuta in prima persona. Di solito vediamo le cose con il binocolo tanto risultano lontano dalla nostra vita. Di solito osserviamo le cose con la lente di ingrandimento tanto possano rivelarsi piccole da non scorgerle. Ma non ora, ora tutto è davanti a noi, tutto ha una forma ben delineata, i suoi contorni sono precisi e netti e non possiamo fingere di non vedere, perché ciò che vediamo ha cambiato il nostro modo di vivere, di sentire, di muoverci, di rapportarci. La Pandemia ci ha strappato i vestiti di dosso e ci ha fatto sentire nudi ed indifesi. Ci siamo sentiti fragili e piccoli. Vulnerabili e toccati da mani sconosciute. Questo stato d’animo ci ha segnato e ci ha fatto provare sensazioni particolari. E ora siamo qui a guardare le cose con occhi diversi, a viverle in maniera differente.
Cosa è cambiato oltre a noi e alla nostra percezione? Cosa ci attende da oggi in poi nel nostro quotidiano? Quale sarà il nostro comportamento e atteggiamento nei confronti dei bisogni di prima necessità?
Un punto su cui voglio riflettere e far riflettere è lo shopping. Una volta che i negozi di abbigliamento riapriranno, come cambieranno le cose sui nostri acquisti? Potremo sempre avere la libertà di sentirci al sicuro nel provare un capo o un accessorio se mai ci fosse la possibilità di farlo? E se ci viene, come giusto che sia, limitata la libertà nel provare e data solo la possibilità di guardare, quali criteri dovremo attuare nell’acquisto? Cosa dovremo far privilegiare quando andremo ad acquistare? La razionalità o l’istinto? Non sarà più l’ osservarci allo specchio del camerino di un negozio che ci farà portare a casa quel determinato capo. Il negozio stesso, le grandi catene di abbigliamento, si adopereranno in modo del tutto differente per far acquistare i propri capi. Predominerà sicuramente l’acquisto online, in cui l’acquirente stesso si sentirà più al sicuro. E là dove un negozio ne fosse sprovvisto dovrà creare un canale online, almeno per rendere il suo negozio fruibile ai tanti che non vorranno frequentarlo dal vivo. Dovrà essere creativo nel mettere a disposizione la propria merce ed essere disponibile e paziente. Ma anche la nostra filosofia di acquisto dovrà cambiare, considerare che non potremo avere tutto e subito.
Sicuramente questa presa di coscienza non fa altro che porci nella condizione di vestirci di ‘Nuovo’. Ci porta ad indossare il nostro miglior abito, quell’abito che porta il nome di adattamento. Ci abitueremo e ci adatteremo a vestirci di consapevolezza. Quella consapevolezza che la nostra vita è cambiata e che dobbiamo trovare il modo di rendere il cambiamento un incontro e non uno scontro.
Attendevo questo articolo con molta ansia ed ero davvero curiosa perché tutte le domande che hai posto nell’articolo me le pongo anche io ogni giorno, onestamente fatico a trovare delle risposte!
Mi è piaciuta davvero molto l’immagine della pandemia che strappa ad un individuo inerme i vestiti di dosso obbligandolo ad alzare lo sguardo verso un orizzonte di cambiamenti violentemente e senza scelta.
Lo shopping fino a qualche mese fa sembrava un gesto banale, talvolta fatto con frivolezza e non sempre per necessità!
Questo ovviamente cambierà radicalmente almeno dal mio punto di vista.
Gli acquisti saranno diretti, necessari e razionali con una preferenza sicuramente verso gli shop online come appunto scrivi nell’articolo.
Come ho detto più volte io mi sto adattando pian piano a questo miei nuovi abiti cercando sempre qualcosa da apprendere in una situazione tanto complessa e devo dire che questo cambiamento in me non è del tutto negativo…
Gli abiti della consapevolezza, se indossati con intelligenza e razionalità…
beh hanno un valore immenso anche paragonati ad uno Chanel!
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siamo essere abitudinari e modificarci ai cambiamenti può essere la nostra ricchezza, grazie cara
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Attendevo questo articolo con molta ansia ed ero davvero curiosa perché tutte le domande che hai posto nell’articolo me le pongo anche io ogni giorno, onestamente fatico a trovare delle risposte!
Mi è piaciuta davvero molto l’immagine della pandemia che strappa ad un individuo inerme i vestiti di dosso obbligandolo ad alzare lo sguardo verso un orizzonte di cambiamenti violentemente e senza scelta.
Lo shopping fino a qualche mese fa sembrava un gesto banale, talvolta fatto con frivolezza e non sempre per necessità!
Questo ovviamente cambierà radicalmente almeno dal mio punto di vista.
Gli acquisti saranno diretti, necessari e razionali con una preferenza sicuramente verso gli shop online come appunto scrivi nell’articolo.
Come ho detto più volte io mi sto adattando pian piano a questo miei nuovi abiti cercando sempre qualcosa da apprendere in una situazione tanto complessa e devo dire che questo cambiamento in me non è del tutto negativo…
Gli abiti della consapevolezza, se indossati con intelligenza e razionalità…
beh hanno un valore immenso anche paragonati ad uno Chanel!
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grazie per il tuo intervento cara, molto preciso e dettagliato 🙂
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