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L’ arte erotica: le Tre Grazie di Peter Paul Rubens

Nel Sei e nel Settecento l’arte subisce dei cambiamenti. L’arte erotica diventa attenta a ciò che è naturale e a ciò che è vero. Sia la pittura che la scultura non raccontano più storie ma comunicano emozioni e sensazioni di tipo mondano, legate alla frivola vita dei nobili del tempo. Tutto sembra respirare di nuovo. La sensualità si apre ad una libertà che non aveva mai provato prima.

Uno dei massimi esponenti di quest’arte libera da ogni preconcetto fu Peter Paul Rubens.

La sua arte venne considerata la quintessenza della carnalità e dell’erotismo. I suoi dipinti mostrano ritmo, energia, movimento e impeto. Lui prediligeva le figure femminili e dava loro una inconsueta sensuale fisicità. Dipingeva una bellezza femminile diversa dai canoni precedenti. Le forme delle donne diventano prosperose, le carni rosate e floride, il tutto sottolineato da una nudità gioiosa e piena di vita. Le donne delle sue tele avevano e hanno tutt’ora un valore reale perchè reale era la loro fisicità. Rappresentava la pelle ora con gonfiori e pieghe, ora tesa o compressa, proprio come nella realtà. Assecondando i sensi, Rubens amplificava la sensazione del tatto.

L’opera di Rubens che voglio prendere in considerazione ha come titolo le Tre Grazie. Tre donne grate alla vita e felici per essere protette dalla natura ma non del tutto consapevoli. L’erotismo che si evidenzia in questo dipinto non è dato solo dalla nudità florida ma anche dal tatto. Le tre donne usano le mani e la posa dei corpi in modo naturale tanto da sembrare realistiche. Le donne presentano segni evidenti di cellulite, pieghe e rotondità, tutto finalizzato a celebrare una bellezza fisica reale, genuina e non virtuale. Le Tre Grazie raffigurano una danza, simile alla danza della vita. Disegnare in modo sinuoso il corpo della donna per Rubens era alla base del suo concetto di bellezza femminile. Il trionfo della carne e della sensualità dei corpi delle donne era l’eco della felicità e della vitalità che l’artista possedeva. Il dipinto mostra una morbidezza che porta ad avere la voglia di toccare. L’opera è così reale che sembra scatenare degli impulsi erotici in chi osserva.

Le Tre Grazie sono state dipinte da vari artisti in diversi periodi, ma quello che rende ancora più significativa la raffigurazione di Rubens è il modo di interpretare il libertinaggio che in quel periodo faceva da padrone.

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L’arte erotica: Ritratto di Simonetta Vespucci di Piero di Cosimo

L’arte erotica seguiva il periodo in cui si esprimeva. Nel Medioevo con l’avvento del Cristianesimo si assiste ad una condanna generalizzata della sessualità e ad una restrizione nel modo di esercitarla. Purtroppo in questo periodo si demonizza la carne e il corpo, assimilandoli a luoghi di depravazione e di peccato, togliendo loro qualsiasi dignità, specialmente per il corpo femminile. In questo periodo si parla di donna peccatrice e tentatrice, di peccati capitali e in particolare di quello della lussuria. La lussuria era raffigurata come una donna demone e veniva scolpita sulle pareti delle chiese, a ricordare che la donna era satana. La chiesa rifiutava qualsiasi carnalità e non mancava di ricordarlo attraverso pitture, disegni, sculture e raffigurazioni in genere. Nonostante questa visione negativa da parte della chiesa, esisteva comunque un immaginario medievale che considerava l’erotismo e la sessualità da un punto di vista positivo. Basti pensare alla rappresentazione di alcune scene del Decameron di Boccaccio. Nel corso del Medioevo con l’avvento della poesia cortese e cavalleresca, il carattere sensuale ed erotico dell’amore si mostra modificando anche i ruoli dei generi. Se prima l’uomo era il corteggiato ora diventa lui il corteggiatore. Se prima la donna era oggetto di proprietà ora viene adulata, venerata, lusingata. Ed ecco che la Donna viene rappresentata nella sua nudità, dando valore a quel corpo che non solo serviva alla maternità ma che era oggetto di desiderio erotico. Pitture che portano la donna in bella vista. Il seno della donna si svela affermando il suo potere erotico.

Nel Rinascimento il seno viene mostrato con naturalezza e consapevolezza. Il seno riveste un ruolo erotico e sensuale senza eguali. Simonetta Vespucci venne celebrata per la sua attraente bellezza dopo il matrimonio con Marco Vespucci. Firenze ne fu ammaliata e Piero di Cosimo ne raffigurò il fascino. Divenne l’icona della bellezza, con quel suo incarnato chiarissimo e i suoi lineamenti puri. Il pittore fonde l’avvenenza di Cleopatra con quella di Simonetta. Il seno svelato non stride, ma è simbolo di quell’appariscenza femminile che il periodo ricerca. L’erotismo è dato da un seno lieve, pallido e appena accennato, sul quale striscia il simbolo del peccato, il serpente. La posa della donna favorisce la visuale dello spettatore dandole un valore in più. Una delle ipotesi di studio su questo dipinto è il simbolo della vanità. La vanità ha in sè parti di erotismo. L’esposizione o l’esibizione del seno non è del tutto privo della stessa vanità. Non vi è un vedo e non vedo, ma la femminilità della donna viene ostentata e messa in piazza.

La rappresentazione dell’esaltazione dell’amore fisico diventa la chiave dell’erotismo nei dipinti rinascimentali.

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L’arte erotica: Il ratto di Proserpina

Ed ecco cimentarmi in una nuova rubrica, che non vuole essere una lezione didattica, dato che basta leggere i libri per avere informazioni ‘scolastiche’, ma ha l’intento di conoscere l’erotismo da un’altro punto di vista, quello rappresentato dall’arte.

La sfera erotica rientra a pieno titolo negli aspetti primari della vita di un individuo, anche se a volte non la si prende in considerazione. Proprio perchè l’erotismo assume un significato e un valore rilevante l’espressione artistica in vari momenti storici ha dato il suo contributo. Ogni artista trasferisce nelle sue opere il proprio vedere e sentire e anche nell’arte erotica avviene ciò. L’erotismo è una idea, un concetto personale. Il desiderio, la passione, l’amore, il tradimento, il dolore, sono tutte espressioni che possono essere raffigurate. Per questo l’arte dal canto suo le ha usate e le usa a suo piacimento. L’erotismo oscilla tra l’eccitazione che porta ad una elevazione intima e la lussuria più sfrenata. Picasso diceva che tra erotismo ed arte non c’è alcuna differenza, quindi coincidono. Il contenuto manifestato da un’opera d’arte può veicolare un messaggio, che mette in luce particolari aspetti della sessualità, della passione, dell’amore, dei sentimenti. Il desiderio sessuale è slegato dalle ragioni del cuore. L’eros nasce nell’armonia tra istinto e creatività. Senza l’eros non può esistere la vita, grazie ad esso viene concepita. Molti artisti hanno saputo rappresentare l’associazione delle passioni del cuore e quelle della carne. Uno fra tutti Gian Lorenzo Bernini.

La prima opera d’arte che voglio analizzare per il suo messaggio erotico è la scultura di Bernini ‘il Ratto di Proserpina’.

Voglio soffermarmi sull’abilità dello scultore nel raffigurare le mani dell’uomo nella sua maggiore rappresentazione virile. Le mani di Plutone hanno una elevata carica erotica nel pretendere ciò che ha rapito. Le dita affondano nella carne sensuale e morbida della giovane fanciulla Proserpina. La figura vigorosa e muscolosa di Plutone trasuda una sfrenata energia sessuale, quasi come se stesse possedendo la donna in quell’istante. Il soggetto maschile viene rappresentato in tutta la sua mascolinità. Quella passione che nasce dall’interno per sfociare in azione. L’artista ha voluto consapevolmente raffigurare il momento fuggevole attraverso la posa, il corpo e l’espressione. La passione sessuale è così fugace che è difficile coglierla, eppure il Bernini l’ha raffigurata nella furia erotica di Plutone. L’erotismo è sottolineato anche dai due corpi che formano un vortice. E la bramosia erotica è suggerita dalle linee d’ombra e dagli occhi del dio degli inferi.

L’arte erotica rende visibile il desiderio.

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Freni inibitori

I freni inibitori sono un vero e proprio soffocamento degli istinti naturali. I freni camminano mano nella mano con il timore del giudizio, di come si appare e di quello che la gente può dire. Spesse volte i freni abbracciano la paura di svelare una parte di noi stessi che si vuole tenere nascosta ai propri occhi. Non è un caso che i freni inibitori vacillano quando arrivano dall’esterno stimoli come bere un bicchiere di vino o una birra, oppure quando ci si trova immersi in un’atmosfera festosa in cui tutto diventa nebuloso. Sigmund Freud fu il primo a parlare di freni inibitori chiamandoli leggi morali che frenano le azioni. L’ essere umano è portato a dominare le proprie azioni, per il buon senso, per una coscienza mossa dalla ragione, per un benessere personale e altrui. Siamo certi che perderli non regali felicità? Ci siamo mai chiesti quando questi freni inibitori non devono esistere? Cosa comporta eliminare questi freni in alcune occasioni o stili di vita? Sicuramente i freni, come dice la parola stessa, non fanno altro che tenerci legati a certi dogmi, tradizioni o cultura, pur volendo liberarsi da queste catene essi con il tempo diventano macigni ancora più grandi e pesanti, perchè il comportamento deve essere sempre integerrimo. Ma per chi? Per chi ci comportiamo in tal senso? Per noi stessi o per chi ci osserva? Siamo sicuri di valutare se è giusto averli o meno?

Uno dei momenti in cui i freni inibitori devono perdere il loro potere è durante la vita sessuale. La sessualità non dovrebbe essere vissuta con alcun freno, dovrebbe librarsi ad ali spiegate. Di solito per annullare i freni l’alcol diventa un’arma potente, quasi come se anestetizzasse dal resto che ci circonda e da noi stessi, così da non farci pensare a niente e portarci ad agire d’impulso. Se si riflette a quando entriamo in questa condizione quasi tridimensionale, si ammette che la soddisfazione e l’appagamento acquisiscono un valore importante e superiore rispetto alla norma. Però il più delle volte la vergogna diventa figlia del non agire istintivamente e quindi è più facile vivere a metà tutto quello che si desidera. Affidarsi a stimoli esterni come il bere per vivere appieno il sesso, può sfociare in patologia portando squilibrio alla persona stessa. Di solito si giustifica più una condotta del genere che una voglia sessuale. Il perbenismo è padre del vivere a metà. Sembra che i freni inibitori cristallizzino la vita, pianificandola a tavolino con step e regole che piacciono più alla società che a se stessi. E’ l’uomo stesso a censurarsi e a non allentare questi freni interni. Pudore, riservatezza, inibizione, imbarazzo, sono tutti freni inibitori. Di solito si parla senza conoscere ciò che si dice, ma comprendere il significato dei termini è il primo passo per scegliere di vivere una vita appagata. Non voglio entrare nella sfera dei problemi sessuali perchè non sono una studiosa della psiche umana ma una cosa semplice e anche banale da considerare è come tutti i blocchi sessuali derivino da freni inibitori. Sono loro che guidano la vita sessuale e sono ancora loro che annientano la libertà sessuale.

Quindi la mia domanda è: “siete sicuri di vivere senza raccontarvela, o in altre parole, senza ipocrisia?”

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Nel sesso si è Protagonista o Spettatore?

Quante volte ci si chiede se parlando di sesso o di erotismo si viene giudicati come malati o perversi o addirittura depravati? E quindi il più delle volte si sta zitti per non apparire come libertini oppure come bigotti. Sembra quasi che non ci sia una via di mezzo tra chi vuole parlare, colloquiare, confrontarsi, intervenire, partendo dalle proprie esperienze o preferenze, e chi invece vuole ascoltare, osservare e farsi una idea senza condividerla. La continua ansia o paura di essere giudicati umani di facili costumi o in modo eccessivo malati di sesso, sicuramente crea una frustrazione conscia o inconscia. Di solito si trovano scuse e giustificazioni nel voler non parlare di sesso. Dalla più banale che abbraccia il senso della privacy alla meno usata che considera tale tema proprietà degli addetti ai lavori, come i sessuologi. Una fetta di pubblico può anche non essere protagonista per la scarsa conoscenza che ha del sesso, ma rimane ignorante purtroppo per la mancanza di stimolo ad informarsi. Essere Protagonista nel sesso, sia nel parlare di esso che nel viverlo, porta la persona a conoscere meglio se stesso. Non solo prende più consapevolezza di sè, ma usa un modo di comunicazione che lo conduce ad un appagamento soggettivo, in relazione con se stesso e con gli altri. Essere Spettatore nel sesso, può avere una nota positiva, se tutto quello che si osserva diventa incentivo per vivere meglio la propria sessualità. E’ sempre più difficile riuscire ad esporsi perchè c’è uno spauracchio di fondo. Ovvero non voler dare materiale proprio alla gente e magari anche allo stesso partner. Ma si è sicuri che questo modo di fare protegge la persona stessa? Si è certi che il sentimento di ansia non abbia come matrice una incapacità di abbandonarsi al sesso o all’erotismo? Chi è Protagonista non ha gli occhi puntati sulla gente, ce li ha su di sè, in modo anche egoista. Lo Spettatore, invece, immagina come può risultare se stesso agli occhi della gente, e quindi rimugina. A volte ha persino paura di provare sensazioni nuove e si frena nel dire e nel fare. Il Protagonista appare, lo Spettatore svanisce. Avere una propria idea sull’erotismo, vivere attraverso un proprio stile sessuale, pensare al sesso in modo del tutto soggettivo, tutto questo non allontana chi ci circonda e non porta noi stessi a piacere di meno o di più. Ma è un tassello in più verso la conoscenza della persona. La vergogna e il senso di privacy sembrano camminare mano nella mano quando si parla di sesso. Ma se solo si aprissero gli occhi degli Spettatori verso una interpretazione umana e sensoriale dell’erotismo e del sesso, timore e senso di intimità non farebbero sentire incatenati.

Nella stessa Bibbia si parla di sesso. Il Cantico dei Cantici, per esempio, non contiene solo l’affermazione della bontà terrena del rapporto sessuale, ma anche l’esaltazione della bellezza del corpo e dell’erotismo. Non demonizziamo ciò che è natura e naturale. Quindi siate Protagonisti e se volete essere Spettatori sappiate che dire e fare non sono peccato.

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I colori del sesso: Rosso, Nero, Grigio

Se riflettiamo bene si è sempre associato un colore al mondo del sesso. Anche i locali in cui il sesso è consentito hanno colori ben precisi. Di solito prediligono il colore Rosso. Al Rosso si accosta il sentimento della passione, perchè ricorda quello del sangue che defluisce nel corpo e quindi si lega a ciò che uno sente dentro. Per i più romantici questo colore è collegato all’amore e di conseguenza al sesso. Tutto sembra seguire un filo logico perchè così si categorizza il pensiero e si etichettano le sensazioni. Ma in realtà non tutto segue un criterio. Il colore Rosso può allacciarsi a pratiche sessuali più profonde e intime. Può sottolineare un lasciarsi andare completamente senza catene immaginarie che lo bloccano, quasi come se rievocasse il ritmo del battito del cuore che per vivere non si ferma. Anche nel vestire il Rosso regala l’idea dell’essere audaci, sfrontati, sexy, sensuali e vogliosi. Il Rosso esprime la libidine personale che è ben diversa dall’attrazione sessuale. La libido vive di per sè e non è associata ad alcuno. Vive nel suo mondo personale, può essere stimolata, e non dipende da nessuno se non da se stessa.

Un altro colore del sesso è il Nero. Con il colore Nero si guarda la sessualità quasi come fosse deviata e perversa, guidata da disturbi psichici o disturbata da alterazioni mentali. Anche qui viene usato un giudizio legato alla propria logicità. Se si pensa ad un genere specifico di libri riguardanti un erotismo oscuro si associa il Nero. Con questo colore il sesso sembra che faccia paura. Ma in tutta sincerità bisognerebbe allargare la visuale e pensare che il colore Nero cammina di pari passo con il mistero, con qualcosa che si cela ma che viene fuori in altre forme. Nel mondo sessuale il Nero si mixa con il vizio della lussuria. Un completo abbandono a qualsiasi piacere sessuale o erotico, di qualsivoglia natura. Insomma il colore Nero ricorda il gioco di una camera buia in cui tutti i sensi sono amplificati e coperti a seconda di ciò che si vuole vivere. Anche quando lo si indossa porta con se attrazione per il proibito, per il non detto e per il non ancora vissuto.

E poi c’è lui, il colore Grigio. Quel colore che per alcuni non esiste dato che la mente difficilmente scivola nei propri meandri più sfumati, preferendo sempre colori più decisi. Per altri è un colore vivo, un colore in cui la loro sessualità viene solleticata e sollecitata. Il Grigio quando viene considerato reale e concreto diventa una dimensione in cui trovare la propria strada sessuale. In cui il piacere vive per la voglia di sentirlo addosso. Con il colore Grigio tutto ciò che è attrazione esiste. Come quella platonica, quella estetica, quella emotiva, quella sentimentale, quella mentale. Il Grigio é quasi come un gioco in cui tutto si sperimenta, soprattutto in cui si mette in campo ogni emozione.

Non è stato un caso che la più famosa trilogia erotica, indipendentemente se piace o meno, si basi sui tre colori.

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Mon Privè: i parchi giochi sessuali

Avete presente quando si apre una porta o una finestra o uno spiraglio da cui si attinge aria o una visone di spazio aperto per un claustrofobico? Quando si cerca di allontanarsi da quel senso di oppressione e costrizione mentale? Questa sensazione sembra essere assunta da persone costrette a seguire regole comportamentali in un paese dalla forte presenza religiosa o da una educazione e mentalità circoscritte a dogmi. Se vi è ben chiara l’immagine attraverso le mie parole allora capirete perchè determinati luoghi aperti e alcuni villaggi turistici vengono percepiti come oasi del sesso in cui la libertà diventa l’unica prerogativa. Esistono dei veri e propri lunapark sessuali, degli eden del sesso. Tutto è permesso sotto la luce del sole o al chiaro di luna. Tutto è lecito, solo una cosa non è contemplata l’astenersi. Esistono spiagge o posti naturali che si vestono di libertà ed espressione sessuale. Un piccolo mondo su misura per chi non vuole sentirsi claustrofobico. Ma questi paradisi trasgressivi o semplicemente giocosi esistono in Italia? Di certo la Francia ne ha uno noto e i maggiori fruitori sono gli italiani. Allora gli italiani sono i più claustrofobici? Immagino che questi luoghi incuriosiscano, ma non penso sia solo la curiosità di vedere qualcosa che non si vive, penso che si voglia andare oltre il proprio recinto prestabilito. Si arriva in un momento della vita che gli abiti che si usano si sentono stretti e magari consumati. Che ci si voglia svestire di ciò che ora si considera superato e che si vuole indossare un’emozione piuttosto che un’altra. Quindi perchè non vivere esperienze al limite del proprio vissuto? Luoghi in cui il naturismo, lo scambismo, l’esibizionismo, il sadismo o le perversioni sono quotidiane, diventano agli occhi del consumatore una dimensione da esplorare. Vivere posti del genere non solo porta a conoscere i propri gusti ma sposta la prospettiva di osservazione. Come in ogni cosa tutto sta nel saper e voler vivere a modo proprio, quindi sfruttare un servizio secondo un piacere individuale e a seconda del carattere. Esiste una spiaggia francese rinomata in cui tutto è permesso a livello sessuale, in cui non si lede il pensiero altrui, in cui le più sfrenate fantasie sessuali sono all’ordine del giorno. Nessuna vergogna e nessuna proibizione. Forse nell’immaginario fatto da freni questi luoghi sono posti di perdizione, in cui la testa non ragiona, in cui tutto è poco lucido, mentre basta pensare che la mente è vigile dato che si gode in ogni istante le emozioni e le sensazioni che riceve. Basta considerare che questi piccoli mondi fanno vivere senza schemi convenzionali le più svariate avventure.

Ci tengo a precisare che queste spiagge o posti all’aperto non vanno confusi con luoghi dove si pratica il nudismo. Il sesso non ha niente a che fare con la voglia di vivere nudi all’aperto. Purtroppo non si fa distinzione perchè non si legge, non ci si informa e perchè è più facile prendere la rettilinea via dell’ignoranza che quella tortuosa del sapere.

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Mon Privè: I Sexy Shop

Boutique dell’eros, sensual store, tempio dell’amore o semplicemente Sexy Shop, in qualsiasi modo si chiamano non cambia il loro fine, ovvero quello di far godere attraverso accessori. Purtroppo ancora oggi si pensa che chi entra in questi negozi sia un pubblico pervertito, depravato, deviato e poco raccomandabile, dato che al loro interno si trovano oggetti erotici, articoli sessuali o materiale pornografico. Vengono considerati dall’opinione comune luoghi proibiti, peccaminosi, che portano alle tentazioni più sfrenate.

Di solito queste attività commerciali nascevano in punti non visibili a tutti. Prima che si arrivasse ad una moderata libertà, i Sexy Shop erano visti luoghi angusti, lugubri, semiclandestini, che vendevano oggetti di qualità scadente e attiravano in modo specifico il genere maschile che voleva trastullarsi in completa solitudine. Magari avevano questa facciata ma tutto stava nel vivere il sesso come atto o come piacere. L’Italia come paese non mostra neanche ora una propensione a vivere il sesso e il piacere senza considerarli tabù. Risulta ancora un argomento di cui non si può parlare, figuriamoci promuovere ambienti che commercializzano giochi sessuali. Se solo questi negozi venissero visti come spazio in cui si può avere la possibilità di conoscere ancora di più la propria sessualità allora non verrebbero denigrati. Il potere della comunicazione dovrebbe esserci anche in questo caso. Quando ci si reca in un negozio si spera di trovare personale qualificato che possa aiutarci nella scelta di un capo o di qualsiasi articolo, quindi perchè non averlo anche in un Sex Shop?

Oggi i Sexy Shop sono negozi luminosi, con le insegne in vista, con vetrine abbellite e situati in luoghi centrali o facilmente raggiungibili. Il cambiamento lo si è registrato grazie a libri erotici, a serie tv, a documentari, che hanno dato una connotazione diversa al tema sesso e sessualità. L’offerta dei Sexy Shop si è mutata in esperienza e non solo in vendita, c’è una rassicurazione maggiore rispetto a prima, e un desiderio più naturale e meno costruito. Esiste un’offerta e-commerce che raccoglie un numero ampio di persone, perchè toglie dall’imbarazzo e dalla timidezza gran parte di quel pubblico che non ha raggiunto un grado di libertà giusta a disinteressarsi dei giudizi.

I Sexy Shop sono fornitori di sex toys, di abbigliamento sensuale, ma non è detto che tutto deve essere estremo, esistono accessori soft che arricchiscono l’esperienza sessuale. Accrescere e aumentare la propria vita sessuale attraverso l’uso di un completino sexy o di un gioco stuzzicante non fa altro che aprire la mente e liberarsi di quei freni inibitori che ancora emergono nella società.

Se si vedessero i Sexy Shop come un punto di partenza per superare dei limiti sessuali, come spunto per vivere una sessualità più divertente e complice, o ancora come stimolo per mettere alla prova la proprie scelte, allora non solo tutto avrebbe più importanza ma il piacere coprirebbe un valore più vero.

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Un’esperienza… da vivere ogni volta

Raccontare la propria storia attraverso una cornice personale vuol dire dare voce alla singola personalità. Ogni cornice ha un’artista che segue la narrazione di ognuno, crea su ciascuno una cornice su misura. Studia, delinea, definisce, armonizza ed equilibra il tutto. L’approssimazione è nemica dell’artista mentre l’attenzione è il suo mantra. All’artista non interessa solo la bellezza della cornice ma come la stessa diventa parte fondamentale del quadro. L’artista punta all’unicità del quadro e a far si che trasmetta la propria identità. Ecco cosa vuol dire essere parrucchiere, e https://sereni.net/ lo incarna alla perfezione.

Sono stata invitata in un salone dove i capelli vengono trattati come una cornice artistica, dove l’aria che si respira ti avvolge con odori inebrianti, dove l’accoglienza è una prerogativa e dove ogni azione è protesa a farti vivere un’esperienza rilassante. Diventi parte dell’ambiente. Quando entri lo fai con la voglia di affidarti a professionisti e quando esci ti senti consapevole di aver dato vita al tuo quadro, pronto a raccontare la tua storia. Mi sono sentita coccolata nella mia unicità, sono venuti incontro alle mie esigenze e hanno saputo valorizzare la cornice del mio aspetto. Nulla è lasciato al caso ma ogni particolare diventa un’esperienza da assaporare. In questo salone non si improvvisa e non si tralascia niente. Non è un caso che l’esperienza di anni e anni alle spalle e la competenza di tre generazioni siano un connubio perfetto per definire questo luogo un laboratorio. In questo laboratorio l’arte cammina insieme alla creatività, la bellezza abbraccia l’unicità, lo stile gioca con l’individualità.

Non servono mille parole per descrivere un’esperienza, basta solo viverla. Ogni volta può essere diversa, ma se anche dovesse risultare uguale alla precedente la differenza starà nelle sensazioni che ti porti dietro tutte le volte che finisce. Esaltare la facciata vuol dire dare luce al proprio stile, crearlo o dargli eco diventano strade da percorrere quando fai parte di una realtà su misura. Sereni ti regala questa realtà insieme alla voglia di completare il tuo quadro personale.

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Gli Astri e l’eros: il Cancro e il suo romanticismo

Chi è nato sotto il segno del Cancro difficilmente è frettoloso, si prende tutto il tempo per assaporare ogni minima sfumatura che si intravede nelle varie relazioni. I suoi rapporti sono sempre caratterizzati da una profondità e da una intimità, ma per raggiungere questo livello usa una lentezza studiata. Quando si sente al sicuro il Cancro si lascia andare, altrimenti faticosamente mostra se stesso. Il suo essere passionale nella sessualità lo nasconde ben bene, perchè non vuole darsi in pasto a chi capita ma desidera vivere in un mondo prevalentemente romantico ogni rapporto che intraprende. Il Cancro tende a rinchiudersi nel suo guscio protettivo e aspetta che qualcuno degno di considerazione lo rassicuri e lo sproni a mostrare le sue qualità amatorie. Il sesso per il segno è fortemente legato al sentimento o all’affetto. Non potrebbe donarsi a fantasie erotiche insieme ad altri e raramente si dona senza aver instaurato un legame a 360 gradi. Il Cancro non è propenso ad avventure ma se si trova ad avere fiducia dell’altra persona allora non disdegna a creare rapporti di forte complicità sessuale. Il sesso lo vive con praticità e concretezza ma il tutto deve essere circondato da forme di romanticismo. I nati del segno sono concentrati sul loro corpo e sulle prestazioni personali, ma hanno interesse anche a dare piacere al partner affinché possano trarre dalla loro attività un godimento proprio. La fase delle coccole, delle tenerezze, della dolcezza deve essere sempre ricca e non deve mai mancare. Il Cancro deve sentirsi sempre accudito e avvolto da attenzioni. Il corteggiamento deve essere attivo e sempre presente. Non è abituato a prendere l’iniziativa ma aspetta che il primo passo lo faccia il partner. Il gioco sessuale non lo contempla come forma di espressione. Per il Cancro la sessualità è una cosa seria e il rapporto non supera mai un certo limite fantasioso. Connessione, complicità, interessamento, motivazione, sono peculiarità che non possono mancare in una relazione affettiva e sessuale con il Cancro. Il segno non permette poca cura nei dettagli dell’approccio, quindi i preliminari devono essere corposi e intelligenti. Sperimentare sessualmente per chi è nato sotto il segno vuol dire usare il proprio corpo come fonte di piacere senza preoccuparsi di allestimenti o decori o oggetti. La sua praticità lo rende molto reale. Nulla è in aria neanche la sua mente, è sempre con i piedi per terra.

L’eros per il Cancro è tutto terreno.