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Il mondo di AlterEgo

Pensate per un attimo di oltrepassare una porta di vetro e di trovarvi in una dimensione in cui il vostro IO diventa espressione del vostro animo. Un animo che può essere di qualsiasi colore, che può indossare qualsiasi stile, dal più elegante al più casual. Un animo capace di giocare con il vostro volto e il vostro corpo. Un animo che si diverte a diventare ciò che vuole. Libero da qualsiasi vincolo e restrizione. Tutto questo succede varcando la soglia di AlterEgo.

Sarebbe banale chiamarlo negozio, perchè è una realtà che ti porta a vestire un altro te stesso. Avete mai provato quella sensazione di guardare dall’esterno voi stessi? Avete mai pensato di essere spettatori e attori di voi stessi nello stesso tempo? AlterEgo vi mette nella condizione di essere liberi di scegliere chi volete apparire. Regala l’aspetto delle emozioni. E ogni volta che indosserete quel look scelto da AlterEgo vivrete lo stesso effetto.

AlterEgo con me si è divertito a sfidare le mie sfumature. Le ha coccolate, le ha avvolte, le ha corteggiate e le ha esibite. Ha avuto il potere di disegnare sfaccettature della mia personalità. Ridendo e scherzando ha puntato alle sensazioni che si provano quando l’espressione cambia ogni volta che il corpo viene abbracciato da un tessuto o viene illuminato da un colore. Ha mostrato un altro IO quando lo stile maschile ha toccato la mia pelle. Ha sfoggiato il mio lato femminile quando ha deciso di gareggiare con il mio gusto. AlterEgo è l’amplificazione del nostro IO attraverso l’accostamento di capi e accessori.

Appena sono entrata l’atmosfera che ho respirato è stata di estrema accuratezza nei dettagli. Ciò che fa uno stile è il dettaglio, dal più semplice al più ricercato. Il potere di mostrare anche solo con un capo la sensazione di un look, nella realtà AlterEgo trova la sua dimora. AlterEgo ti aiuta con semplicità a scoprire te stesso in diversi occasioni. La differenza non la fanno i vestiti che si possono trovare ovunque, ma la fa ciò che si assaggia quando si vive l’idea che AlterEgo propone e suggerisce una volta che si entra nel suo mondo. Il suo messaggio è lontano dal tipico negozio.

“Sii te stesso e se il tuo IO, qualsiasi esso sia, vuole osare, cambiare, provare, sentire, dagli voce”. Questa frase racchiude ciò che è il messaggio di AlterEgo. Non serve fare voli estremi basta fare un viaggio nell’interiorità attraverso l’esteriorità. AlterEgo lo permette!

https://www.instagram.com/alteregoberardi/

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Un abbraccio caldo e molto chic!

Quando si sceglie un capo di abbigliamento si pensa sempre alla forma del corpo. Quanti articoli si leggono dal titolo ‘scegliere il capo in base alla forma del corpo’ oppure ‘la forma a pera, a mela, a clessidra veste…’. Insomma tutto sembra rispondere al profilo del corpo. E se partissimo da come il nostro corpo si sente con quel determinato abito o vestito? E se considerassimo il nostro riflesso allo specchio, quando vestiamo un capo di abbigliamento, in modo obiettivo senza farci influenzare da canoni, prototipi o dicerie? Se avessimo la mente sgombra da ogni regola e dettami che impongono il più delle volte l’adattamento del nostro corpo ad uno stile che magari non corrisponde a ciò che è meglio per noi? Rispondendo Si a tutte queste domande si riuscirebbe a non stare dietro alle forme o ai contorni, ma a come ci sentiamo e ci vediamo. Saremmo anche in grado di valutare se quell’abito risponde alle nostre esigenze, ai nostri desideri.

Partendo da questa premessa il capo di abbigliamento su cui voglio soffermarmi è il cappotto vestaglia. Tutti gli abiti si interpretano, si rivisitano, si creano e il cappotto vestaglia è uno di questi abiti. La cintura a corredo del cappotto sembra un accessorio ma ha il potere di regalare quel senso di comfort che si sente quando si usa la vestaglia da camera. La sensazione di essere avvolti e di sentirsi al sicuro come a casa rende questo stile di cappotto ancora più unico. Questo tipo di cappotto porta il nome di Doglietta apparso nei primi dell’ 800 e creato con tessuti pregiati. Le linee morbide e delicate del cappotto vestaglia lo rendono adatto ad ogni occasione, perché non solo diventano complici di uno stile elegante ma incorniciano uno stile casual e informale. Gli ingredienti principali che il cappotto vestaglia deve avere sono: l’essere confortevole, l’essere caldo e l’essere chic. Il mix di questi elementi lo rendono il capospalla per eccellenza. Il cappotto vestaglia riveste un ruolo strategico dato che la cintura in vita lo rende versatile. Se la cintura non si allaccia allora la figura si mostrerà in modo lineare dando quel tocco di scioltezza e naturalezza, se invece la si annoda allora la silhouette si sentirà cingere in un abbraccio e metterà in evidenza ancora di più la persona. L’inverno può essere freddo e gelido ma vestire capi che rimandano al calore di casa o ad un calore più intimo sicuramente allieterà quella sensazione da brividi. Il cappotto vestaglia è uno dei capi di abbigliamento più sofisticati che si possa indossare durante il periodo invernale.

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Vestire è sinonimo di desiderare!

Vestirsi è un’esigenza, una necessità. Ci si veste per coprirsi o ci si veste per mostrarsi o per essere desiderati? Ci sono tante domande dietro il comportamento del vestirsi. Perché si sceglie un tipo di capo, perché si indossa un colore, o un abbinamento di colori? Perché scegliamo di vestirci in base al contesto o all’occasione? Allora è vero che il vestito fa il monaco? E se il vestito fosse un’arma? Se vedessimo i vestiti che indossiamo come mezzi per raggiungere un fine? E’ possibile che indossare un capo mostri i nostri desideri. E’ possibile che quel vestito sia capace di mettere in luce il nostro io nascosto. La consapevolezza della scelta di un abito è essa stessa espressione palese dei nostri desideri. Il vestirci non è solo uno stato d’animo ma è anche uno svelare i nostri desideri. Ognuno di noi raffigura il proprio io come meglio crede ma senza considerare che quell’io è ricco di desideri. Il desiderio di apparire, il desiderio di nascondersi da occhi altrui, il desiderio di piacere, il desiderio di provocare, di immaginare, di giocare. Desiderare di essere qualcuno che di solito si ammira. Il desiderio di far sentire ciò che si pensa o come si vive. Vestire è sinonimo di desiderare. Il vestire influisce non solo su gli altri ma soprattutto e in prima battuta su noi stessi. Siamo noi che desideriamo e siamo sempre noi che indossiamo. Basta avere chiaro i nostri desideri. Quando ci vestiamo non esiste solo l’obiettivo di mandare un messaggio ma siamo noi stessi il messaggio. Vestire un abito, o qualsiasi altro capo, si trasforma in comportamenti, in sfumature di personalità. Ad esempio, una persona che veste senza badare a nulla, dal colore al modello, al capo in sè, ha il desiderio intrinseco di mostrare che non è schiava di cose materiali, questo atteggiamento è esprimere la sua noncuranza verso la parte esteriore. Quindi tutti in modo indistinto vestiamo i nostri desideri. Essere bravi a far emergere i propri desideri attraverso il vestire aumenta l’empatia di chi ci vede. Avere una risposta al nostro messaggio quando ci vestiamo aumenta il nostro ego, oppure può far lavorare su noi stessi o ancora può insegnare ad avere più sicurezza e fiducia in noi. Il vestire si incrocia con i nostri desideri quando elementi come padronanza, consapevolezza e coraggio diventano alleati del nostro apparire. La vera sfida sta nel portare fuori ciò che è dentro, magari celato, magari timoroso, o solo ancora non ascoltato. I desideri vanno manifestati e allora perché non farlo con i mezzi che abbiamo a nostra disposizione? Come un guardaroba è fatto di tanti vestiti anche i nostri desideri sono tanti e variegati. I vestiti non solo interagiscono con il nostro corpo ma soprattutto con ciò che desideriamo essere. Un pensiero libero di desiderare, una mente cosciente di essere e un corpo pronto ad esaudire, tutto questo regala una visione ampia del vestire.

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Far vivere anche la parte più dark

Quando si indossa qualcosa che esalta una delle tante sfumature di cui si è fatti ci si immerge in una dimensione diversa dal solito e a volte segreta. A volte ciò che è segreto dovrebbe rimanere nell’ombra, dovrebbe avere il colore del buio, dovrebbe anche spaventare, ma l’oscuro ha il suo fascino. L’ inconfessato ha sempre un sapore seducente. Per questo si cerca di dargli luce e di far risplendere la sua tonalità. Sono tante le armi e gli strumenti che hanno questa capacità, che portano a galla la misteriosa parte nascosta. A volte siamo noi stessi a darle vita, altre volte sono gli altri ad accarezzarla e farla vivere. Chi di noi non custodisce in maniera attenta quell’essere segreto, quella parte profonda che si intravede a volte in capi di abbigliamento, in look sfoggiati per determinate occasioni, o solo percepita da tenui atteggiamenti? Ciò che è segreto risulta essere un territorio inesplorato e quando si intuisce non sempre lo si vuole percorrere per timore di non approvare o di non essere approvati. Ma quando esce fuori è perché ci si sente spinti dal voler essere se stessi e dal volersi apprezzare lontano dagli standard imposti. La medaglia ha sempre due facce, quando si mostra una l’altra resta a riparo da occhi. Entrambe però, che sia in contesti diversi o in momenti precisi, devono vivere. Può succedere che non si riesca a riconoscere alcuna sfumatura segreta, ma forse perché non si riesce ad individuarla o ammetterla, oppure non le si dà importanza o valore. Quando invece le si vuole dare libero sfogo ecco che la si lascia libera di vagare. Una differenza sostanziale che esiste quando si mostra una faccia della medaglia rispetto ad un’altra sta tra il volere attrarre l’attenzione a tutti i costi e l’ avere il reale desiderio di vivere tutto, di essere autentici anche nel vivere tutto. Ciò che si palesa, ciò che esce dall’oscurità si mette in vetrina e narra ciò che fino ad allora era rimasto inespresso. Quando quella faccia celata viene alla luce lo fa in ambienti non visibili a tutti e ne trae appagamento. Cosa comporta svelare una parte segreta di noi a persone scelte? Cosa crea in noi il pensiero di regalare luminosità a ciò che era al buio? Siamo sicuri che la nostra parte più oscura ha il coraggio di mostrarsi o vuole solo rimanere nel suo protetto habitat? Se ci si riflette la risposta è racchiusa in una parola, ‘libertà’. Quanto è importante sentirsi liberi di agire, di essere, di volere, di desiderare, semplicemente di vivere! Basta riuscire a guardare dentro il segreto, lasciarlo specchiare e farlo riflettere affinché possa vivere in un altro mondo. Ma se lo si fa vivere non è più segreto? Certo che rimane segreto, perché si limita a vivere come merita solo in un ambito ristretto. Diventa esclusivo per se stessi e per chi ne è lodevole di nota. Come quando vogliamo farci vestire da un abito nero che sappiamo ci farà brillare perché solo modellato al nostro corpo crea quel mix perfetto per prendere parte ad una serata irripetibile.

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Alla ricerca delle proporzioni

Quando ci si veste o si sceglie di portare un accessorio, di solito non si dà importanza a ciò che sono le proporzioni del nostro corpo. Ormai ci si sbizzarrisce con capi oversize su corpi minuti e abiti microscopici su corpi generosi. Si portano borse dalle dimensioni esagerate che non risultano in proporzione con la statura di una persona. Non si tratta di coprire difetti o esporre pregi, non seguire le proprie proporzioni e indossare di tutto, senza fare attenzione alla grandezza, non fa altro che ingolfare la figura. Un termine adatto, che sottolinea questa mancanza di attenzione al proprio corpo quando ci si veste, è infagottare. Si imbottisce il corpo di strati di tessuto oppure ci si avvolge in stretti abiti tanto da far uscire quello che non ci entra. Nella vita si cerca sempre l’obiettivo dell’equilibrio, si cerca l’armonia nelle cose, si cerca di vivere rapportando tutto a ciò che abbiamo, che possediamo e che ci circonda, e allora perché non farlo anche nel vestire? Se si pensa ancora all’idea che la moda impone, allora non si ha chiaro cosa voglia dire personalizzare il proprio stile, vivere se stessi mostrandosi attraverso i look che si indossano. Dal senso della vista si percepiscono diverse informazioni come e soprattutto le forme, le consistenze, la persona e le proporzioni. A volte non si pensa che un abito, o un accessorio possano avere un potere indescrivibile a tal punto da influenzare la vista di chi ci guarda, e far nascere un’idea di chi siamo o di chi vogliamo essere. Dare l’immagine giusta di noi stessi non è sempre facile, in particolar modo quando si pensa che le proporzioni non sono importanti. Quando ci si veste con l’idea di alludere a cosa siamo allora è inutile scegliere capi adatti, perché nulla può dare la netta e giusta interpretazione di noi se usiamo i vestiti come accenno. Se invece ci si veste per dare l’esatta spiegazione di noi, puntando all’enfatizzazione del nostro corpo e all’ attenzione del tutto armonioso e proporzionato, allora saremo certi di essere sulla strada appropriata per farci leggere. Non si può mai pensare di vedersi proporzionati con capi che non ci danno valore ma che espongono, come su un manichino, la loro prestanza. Le proporzioni per gli artisti e architetti sono fondamentali, dovremo farci influenzare dalla loro ossessione alcune volte per non inciampare in errori e orrori. Le proporzioni dei vestiti devono baciare la nostra forma di corpo per dare significato alla nostra persona. Come nel corpo umano esistono proporzioni tra le varie parti di esso, così esistono proporzioni tra il corpo umano e i vestiti che si indossano. Le proporzioni non si riferiscono solo al volume del capo o dell’accessorio ma anche alle stampe, ai disegni, ai motivi e alla trama dei tessuti.

Quando ci vestiamo cerchiamo di tenere presente il rapporto tra la nostra figura e ciò che portiamo addosso, puntando a far combaciare tutto, tanto da arrivare alla proporzionalità dei due elementi in gioco.

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Lo stile Romantico

Si possono contare gli stati d’animo, le emozioni? Si possono quantificare gli umori? Cosi come non si può fare il conto di cosa si prova, allo stesso modo non si possono contare i vari stili di ognuno. Lo stile è espressione di ciò che si ha dentro, di ciò che si vive. Una sensibilità nel vestire associata all’essere sognatore può rimandare ad uno stile Romantico. La corrente del Romanticismo esaltava i sentimenti, la fantasia in opposizione alla ragione. Il Romanticismo si basa sulla spontaneità e sulla sincerità. Una chiave di interpretazione dello stile Romantico è sedurre con delicatezza, grazia e semplicità, senza troppi ornamenti. Ammaliare sorprendendo con garbo e tatto. Il Romanticismo fa pensare a favole, fiabe, storie di cavalieri e dame, ad una vita in cui il cuore fa da padrone, ma non solo lui anche l’anima, gli impulsi, gli ardori e le passioni. Il periodo Romantico aveva come protagonista l’attenzione all’ IO, e a tutto ciò che esso sentiva. Anche i vestiti ne risentivano. I vestiti erano e continuano ad essere lo specchio dell’emotività e lo stile Romantico ne è un chiaro esempio. Abiti leggeri, con linee morbide tanto che un flebile venticello li fa svolazzare. Capi che non hanno nulla di volgare e nulla di franchezza o sfacciataggine. I vestiti romantici non superano mai il limite della decenza pur stando attenti a delineare alcuni punti del corpo di chi li indossa. Una loro caratteristica è palesare una sensualità innocente. Uno stile che richiama queste peculiarità è lo stile Regency. Lo stile molto presente nei romanzi dell’ amata Jane Austen. Vestiti lunghi e dritti con maniche leggermente a palloncino, o lunghe e legate con lacci, un pò rigidi e con il punto vita alto subito sotto il seno, ad evidenziarlo anche una scollatura generosa. Questo stile è comunemente conosciuto anche come stile Impero. Uno stile molto lusinghiero per corpi con forme generose. Un modello che aiuta ad allungare l’aspetto del corpo. Questo stile aggrazia la figura, la rende delicata e fine. Lo stile Impero, come tutti gli altri modelli di abiti delle varie epoche, aveva il compito di sottolineare la classe sociale a cui si apparteneva. Più le stoffe o i pochi accessori erano pregiati più il ceto sociale era alto. Quando si indossa un abito di questo stile ci si sente speciali, quasi trasportati ad una serata gala di quel periodo, una serata dove le donne erano desiderate per la loro classe e per la purezza che emanavano. Sono proprio questi modelli di abiti che impersonano il Romanticismo. Romantico è colui che in maniera languida, sognante e appassionata vive la vita e perché allora non mostrarlo anche attraverso un abito!

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Cambiare vita: passare dal sentirci nudi a vestirci di ‘nuovo’

Uno tsunami avrebbe fatto meno rumore, avrebbe travolto in una sola ondata e si sarebbero contati i danni per un bel pò, ma non avrebbe cambiato il modo di vivere. Un tornado sarebbe stato meno violento, avrebbe distrutto tutto ciò che gli veniva davanti, ma non avrebbe annientato il nostro modo di vedere le cose e di sentirle. Non avevamo la minima idea di vivere una Pandemia. Abbiamo studiato e letto di Pandemie, ma Noi non l’avevamo ancora vissuta in prima persona. Di solito vediamo le cose con il binocolo tanto risultano lontano dalla nostra vita. Di solito osserviamo le cose con la lente di ingrandimento tanto possano rivelarsi piccole da non scorgerle. Ma non ora, ora tutto è davanti a noi, tutto ha una forma ben delineata, i suoi contorni sono precisi e netti e non possiamo fingere di non vedere, perché ciò che vediamo ha cambiato il nostro modo di vivere, di sentire, di muoverci, di rapportarci. La Pandemia ci ha strappato i vestiti di dosso e ci ha fatto sentire nudi ed indifesi. Ci siamo sentiti fragili e piccoli. Vulnerabili e toccati da mani sconosciute. Questo stato d’animo ci ha segnato e ci ha fatto provare sensazioni particolari. E ora siamo qui a guardare le cose con occhi diversi, a viverle in maniera differente.

Cosa è cambiato oltre a noi e alla nostra percezione? Cosa ci attende da oggi in poi nel nostro quotidiano? Quale sarà il nostro comportamento e atteggiamento nei confronti dei bisogni di prima necessità?

Un punto su cui voglio riflettere e far riflettere è lo shopping. Una volta che i negozi di abbigliamento riapriranno, come cambieranno le cose sui nostri acquisti? Potremo sempre avere la libertà di sentirci al sicuro nel provare un capo o un accessorio se mai ci fosse la possibilità di farlo? E se ci viene, come giusto che sia, limitata la libertà nel provare e data solo la possibilità di guardare, quali criteri dovremo attuare nell’acquisto? Cosa dovremo far privilegiare quando andremo ad acquistare? La razionalità o l’istinto? Non sarà più l’ osservarci allo specchio del camerino di un negozio che ci farà portare a casa quel determinato capo. Il negozio stesso, le grandi catene di abbigliamento, si adopereranno in modo del tutto differente per far acquistare i propri capi. Predominerà sicuramente l’acquisto online, in cui l’acquirente stesso si sentirà più al sicuro. E là dove un negozio ne fosse sprovvisto dovrà creare un canale online, almeno per rendere il suo negozio fruibile ai tanti che non vorranno frequentarlo dal vivo. Dovrà essere creativo nel mettere a disposizione la propria merce ed essere disponibile e paziente. Ma anche la nostra filosofia di acquisto dovrà cambiare, considerare che non potremo avere tutto e subito.

Sicuramente questa presa di coscienza non fa altro che porci nella condizione di vestirci di ‘Nuovo’. Ci porta ad indossare il nostro miglior abito, quell’abito che porta il nome di adattamento. Ci abitueremo e ci adatteremo a vestirci di consapevolezza. Quella consapevolezza che la nostra vita è cambiata e che dobbiamo trovare il modo di rendere il cambiamento un incontro e non uno scontro.

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Marzo e come vestirsi: un' analisi diversa dal solito!

Marzo di solito è un mese di transizione e mai come quest’anno risulta un mese di cambiamento radicale. Marzo ha cambiato il suo modo di vivere e insieme a lui siamo cambiati noi. Il nostro stile di vita si è mutato talmente tanto da non aver avuto il tempo di accorgercene, ma ora dopo un pò di giorni ci rendiamo conto di quanto sia importante essere lucidi e consapevoli, oltre che essere coerenti e razionali. Le filastrocche parlano di Marzo come un mese pazzerello e mai come oggi sono completamente d’accordo con questo termine. Marzo è il mese dell’inverno e della primavera, e se comanda il primo allora noi seguiamo il suo essere grigio e ventoso, il suo essere piovoso e freddo, ma se comanda la primavera allora il nostro stile diventa colorato e propositivo. Marzo e come vestirsi, sembra un pò una sorta di irriverenza verso quello che stiamo vivendo, ma se lo circoscriviamo a come un colore o un capo possano far sentire anche in questo momento allora potremo sentirci confortati e magari anche sorridenti. Come questo mese attraversa vari stati d’animo a seconda di quello che propone, anche noi stiamo attraversando sentimenti ed emozioni varie e contrastanti. Ciò che indossiamo in questo periodo non è solo espressione del momento ma è anche, come ho sempre sostenuto, esternazione di quello che interiormente si prova. Il luogo in cui possiamo mostrare il nostro stato d’animo ora è uno solo e non possiamo farci travolgere ed essere privi di forza. La forza di un colore o di un capo deve essere la nostra arma, un’arma dal valore unico, un’arma che si coniuga bene con l’idea del vivere questo mese di Marzo in maniera differente rispetto al nostro solito. Bisogna viverlo con una sorta di salvaguardia, di protezione per il nostro umore. Se prima l’obiettivo di vestirci, di scegliere il look era finalizzato a divulgare ciò che sentivamo dentro, ora più che mai deve risultare il mezzo con il quale alleggeriamo il nostro stato d’animo, come se indossare qualsiasi cosa possa aiutare a sentirci meglio, a provare sensazioni nuove e produttive. Una tuta, un pigiama, un leggings e una felpa, un fuseaux e un cardigan, un maxi-maglione, sono capi di abbigliamento che non solo risultano adatti alla stagione ma anche al momento che stiamo vivendo, e allora perchè non provare a creare abbinamenti diversi fra loro per non dimenticare che vivere non è un’ opzione o un’ alternativa, è un dovere.

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L’abito e lo stile sono strumenti per comunicare!

Ho sempre detto che il fine del mio Blog è riuscire a riflettere sul nostro stile, a viaggiare interiormente attraverso ciò che indossiamo, capire noi stessi utilizzando il nostro gusto per poi farci conoscere ancor prima di proferir parola. Ognuno di noi appartiene ad uno stile, ogni stile può diventare il mezzo di comunicazione di ognuno di noi. Lo stile non è costituito solo da ciò che si indossa, ma anche dal perchè lo si è scelto, dal come lo si indossa, da ciò che si vuole trasmettere e da come ci si vuole mostrare. Se reputiamo tutti questi aspetti come la somma di elementi importanti che raccontano la nostra storia, allora vuol dire che stiamo dando un valore psicologico allo stile.

La domanda che tutti si pongono quando ci si veste è: “come facciamo ad essere fighi ?” In altre parole “come riusciamo a far si che la nostra personalità e persona vengano ammirate ed elogiate ?” Il primo strumento con cui comunichiamo è il nostro vestire. Il proverbio che dice l’abito non fa il monaco non è del tutto vero, perchè è giusto che non ci si debba soffermare all’apparenza ma è pur vero che ciò che indossiamo ha un valore e quel valore è dato sia dalla scelta di aver preferito un brand ad un altro, che da ciò che vogliamo trasmettere con quel look o stile. L’abito inizialmente produce un effetto, vestirsi deve avere in sè un messaggio interiore perchè va a sostituire in prima battuta la comunicazione verbale. Sfoggiare un look rispetto ad un altro, vestire un brand rispetto un altro, deve avere una finalità, deve mandare un messaggio ovvero il nostro messaggio. Noi tutti risultiamo contenitori, se questi contenitori rimangono vuoti non si potrà mai avere valore personale ma ci si affiderà sempre e solo al valore del brand che indossiamo, se invece il contenitore è pieno il suo valore anche se piccolo sarà reale, proprio e vero. Psicanalizzare il comportamento di una scelta non fa altro che indirizzarci verso la creazione di una identità. Se si sceglie di omologarsi alla massa, si sceglie di rompere le differenze di età e di classe sociale, copiare uno stile non fa altro che rendere tutti ‘stessi personaggi’ di un’unica comunità e allora in quel caso non è l’abito che comunicherà il nostro messaggio ma dovranno essere i comportamenti, gli atteggiamenti e le parole di ognuno ad annunciare chi siamo e cosa vogliamo dire. Ma se invece ci affidiamo ai vestiti e allo stile, o gli stili, che mostriamo allora saremo capaci di disegnare la nostra identità. Saremo abili, attraverso ciò che scegliamo di vestire, di parlare, di raccontare e narrare di noi ma anche del brand che portiamo. Pensare che indossare un marchio alla moda o un capo particolare o specifico possa garantire l’essere ‘figo’ vuol dire fingere a se stessi di far parte di uno stile di vita che non rende felici ma tutt’altro, quella felicità è effimera. Se si pensa di darsi valore attraverso gli oggetti in voga allora vuol dire che si è insicuri, che non si crede a quanto si vale e che invece di dare valore alla persona lo si leva. Quindi tutto sta nella scelta e nel perchè si sceglie di vestire un capo. Sapere perchè si sta indossando quel capo equivale a rivelare ciò che abbiamo dentro e cosa vogliamo divulgare.

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Biografie: il brand che condivide la sua storia con chi lo indossa!

Il termine Biografia è un termine composto dalle parole vita e scrittura. il suo significato non si limita solo alla mera narrazione di una vita o di un’ opera, ma è un viaggio nelle vicende interiori della persona, è il ritratto intimo di tutto ciò che rispecchia quella persona o quell’opera.

Proprio con il nome Biografie, il nuovo brand italiano di maglieria 100% organica Made in Puglia, si farà notare presentando a Settembre 2020 negli shop la sua nuova collezione. I capi parleranno del messaggio che l’azienda vuole comunicare, ogni modello di capo rappresenterà la storia con cui è stato creato e trattato, ogni indumento racconterà la propria vita e quella del brand. Biografie è un brand che vuole parlare attraverso i suoi prodotti, attraverso il rispetto per la natura e la sensibilità dell’ecosistema che lo contraddistingue, attraverso il modo di custodire ideali e valori di delicatezza, bellezza, eleganza e maestria. I capi di abbigliamento che creano hanno classe da vendere. Un’ azienda deve distinguersi per ciò che vuole comunicare e il veicolo che usa è dato dai propri articoli. In questo specifico caso Biografie, mediante il capo che mi ha regalato, non solo mi ha dato la possibilità di toccare con mano un prodotto realizzato in materiale organico, non riciclato, con filati nobili, il cui colore è una tinta natura (ovvero ricavata dalle piante), ma ha fatto in modo che il mio corpo fosse coccolato da un tessuto unico, pregiato e sostenitore di ideali elevati. Quando ho indossato il loro capo e mi sono specchiata, ciò che ho visto riflesso è stato un’ unione tra la mia figura e il brand, come se la mia storia e la sua storia si unissero a formare una relazione, un’unica trama. Entrambi risultiamo autori di questo racconto che ha come protagonista il capo che indosso. La scelta di un abito, di una maglia o di un accessorio ha in sè un valore intrinseco, è un mix tra la proposta del brand e il nostro gusto, quando questo connubio trova la sua consapevolezza allora vuol dire che la scelta è stata ottimale. Biografie è dedicato a chi è cosciente dell’importanza di saper scegliere. La meticolosità nel creare ogni capo e nel proporre un massimo di 999 pezzi per modello fà di questa azienda un brand attento ad ogni sua creazione tanto da abbracciare la scelta della limited edition e di collezioni esclusive.

Io mi sono fatta avvolgere dalla morbidezza del puro cashmere, dal calore del tessuto organico, dalla raffinatezza del modello e dalla cura e qualità dei dettagli. Biografie ha condiviso con me la sua storia, io ho condiviso con voi la nostra!