Immagine

Il pudore si spoglia!

Il pudore è silenzioso, non si sente e non si ascolta. Il pudore non è rumoroso ma a volte porta dei tumulti interni che limitano e frenano quella libertà che scalpita. Nel sesso e nella sessualità avere un eccessivo pudore non fa altro che creare una fissazione verso la ‘purezza’ e porta a colpevolizzare la ricerca del piacere. Demonizzare pratiche o fantasie, disdegnare lingerie sexy, rincorrere una cultura ed una educazione troppo chiusa, tutto questo può far trasformare in ansia qualcosa che dovrebbe essere vissuto con leggerezza e con la massima libertà. Quando qualcosa di nuovo incontra la nostra strada o situazioni diverse si affacciano alla nostra finestra si può rispondere con disagio, paura, timore, insicurezza, magari anche in modo goffo, ma se quella vergogna lascia il posto ad una sana audacia allora ne gioverà anche la propria autostima e la propria sicurezza, soprattutto in ambito sessuale. Il troppo pudore frena la praticità di ogni essere umano. Vergognarsi di indossare un abbigliamento ‘osé’, limitarsi di vestire in modo provocante o provocatorio, con il tempo inibisce ogni libertà di essere. Siamo talmente tante tonalità di schizzi di colore che non ci si può frenare perché l’essere pudici è la nostra catena alla cultura ricevuta. Il pudore nasce dall’adolescenza, il nostro corpo avverte un essere più consapevole e su quella sensazione bisognerebbe lavorare. Le troppe inibizioni, il vedere le cose sempre bianche o nere senza alcuna sfumatura soprattutto nella sfera erotica e sessuale, possono dare origine a rapporti o relazioni con reti di confine invalicabili, e con il tempo vivere la propria sessualità o la propria vita in modo incompleto. A volte mi chiedo se nascere in un paese come l’Italia abbia contribuito a vedere tutto con un velo di vergogna, di eccessiva castità. Mi guardo intorno e vedo tanti freni, scorgo lo sguardo oltre il confine e percepisco libertà di vivere, libertà di essere, voglia di essere liberi. La vita è come una palestra, ogni attrezzo diventa facile e comprensibile se lo si usa nella maniera giusta, ogni movimento diventa più fluido se lo si sente e se il corpo diventa amico e complice appropriandosene. Quindi perché non esercitarsi e sudare scostando quel velo pudico che diverse volte è imposto dalla società? Nei rapporti intimi l’essere pudico può essere da ostacolo. In questi rapporti si condivide la parte più interiore ed emozionale con l’altra persona, si porta alla luce la propria natura autentica senza filtri e senza orpelli. Se si soffoca, se si reprime per senso di inadeguatezza si rischia di non riuscire ad essere naturali, e magari far nascere delle frustrazioni che possono recare sofferenza alla comunicazione o alla relazione stessa. Non riuscire a mostrarsi, non giocare con il proprio corpo, non dedicarsi al benessere sessuale personale, può nascondere un non accettarsi, essere ancorati a tabù può aumentare il proprio essere pudico. Uno spauracchio continuo che non dovrebbe essere trascurato perché può insorgere anche in altri momenti di vita e minare la qualità della stessa. Spesse volte ci si vergogna di un proprio difetto, o si ha paura di perdere la propria integrità o dignità, ma nascondersi dietro il sipario della pudicizia non aiuta, anzi non fa altro che affossare più in profondità parte della propria persona. Non vergognarsi, non essere pudici, essere disinibiti e sfacciati non vuol dire mancare di eleganza o di amor proprio, non è sinonimo di essere scandalosi o indecenti, ma è solo essere disinvolti e spontanei con il proprio corpo e con il contesto in cui si vuole denudare la propria libertà.

Raccontarsi senza pudore è come farsi accarezzare dai raggi del sole, è come giocare a piedi nudi sulla sabbia, è come farsi sfiorare l’anima.

Immagine

Sexting!

Negli ultimi anni si è diffusa una nuova moda hot in Italia ma anche nel mondo, lo scambio di foto personali senza veli e messaggi erotici e pornografici sui Social Network. Gli adolescenti sono i più assidui frequentatori del Sexting. Tale termine fonde due parole inglesi Sex, sesso, e Texting, l’invio di messaggi elettronici. I motivi che spingono i giovani a praticare Sexting rispondono il più delle volte al sentirsi più sicuri con l’esposizione del proprio, ad attirare l’attenzione che desiderano su di loro, all’esigenza di apparire. Questo fenomeno però avviene anche fra adulti. E se tra adolescenti il Sexting è visto come un ostentare e spesso anche senza considerare i rischi, tra i più grandi tutto diventa più complesso.

Il Sexting tra adulti, che può avere anche una natura extraconiugale, è dettato dalla voglia di trasgredire che prende il sopravvento. Messaggi più o meno piccanti che portano chi partecipa a creare una relazione intima e privata. La facilità di fare Sexting porta a farlo ovunque ci si trovi e tutte le volte che si vuole o si può. Scambi di parole, immagini, foto, fantasie, che si vestono di erotismo e di accessori hard. Leggere, guardare, digitare diventano comportamenti bollenti. I brividi che si sentono, le emozioni che si provano, il desiderio che cresce, la voglia inebriante che travolge, sono tutte sensazioni che fanno galoppare la mente seguita dal corpo. La risposta a tutto ciò è il volerne sempre di più, di non essere mai sazi e di portare il gioco sempre oltre il limite. Amplificando sembra quasi che il cellulare diventi un sex toys a portata di mano. Il Sexting possiede due facce, due volti. Un aspetto rischioso, quello del materiale privato che lo si dona in pasto alla rete, e un aspetto di sicurezza, quasi come fosse una protezione fisica. Il Sexting essendo un ottimo esercizio mentale e a volte anche creativo, è balsamo per l’autostima. Parole e termini che sono carichi di intensità e passione, pensieri che sono mine vaganti di natura sessuale, o micce che infiammano. Il Sexting affina anche la pratica del corteggiamento, quasi come se fosse l’attesa del piacere da cui si trae appagamento. Un vero e proprio flirt senza impegno, un modo di vivere il presente, di cogliere l’attimo, di godersi quel carpe diem dal sapore hard. Questo modo di relazionarsi può a volte sfociare in dipendenza. Come succede in un gioco d’azzardo l’adrenalina che viene rilasciata regala giovamento e quindi può trasformarsi in assuefazione. Ma può anche far scattare un inaspettato innamoramento e coinvolgere a tal punto da travolgere i sentimenti. Il Sexting non è mera conclusione sessuale ma è un gioco di parti che affinano la tecnica del desiderio e del desiderarsi. Nel Sexting esiste l’uso di un italiano curato atto ad usare vocaboli prettamente erotici o frasi che rimandano all’allusione sessuale. E’ presente un gergo stilistico in cui la punteggiatura diventa un’arma potente, come i puntini di sospensione che possono essere sospiri, silenzi e ancora essere associati ad un ‘dico e non dico’. C’è la voglia di porre maggiore importanza all’espressione descrittiva ad impatto erotico, come il racconto di fantasie sessuale.

A volte ciò che appare diverso viene subito tacciato per qualcosa che non va fatto perché può far male, può far soffrire o addirittura può separare. Non si pensa mai che tutto quello che gira intorno al piacere fisico e mentale sia un arricchimento. L’essere audace può portare ad una sicurezza in se stessi. Parlare apertamente e giocare con l’altro sesso o con un partner può annullare le inibizioni. Buttarsi in chat roventi e torride può accrescere la padronanza del proprio atteggiamento nel relazionarsi. Insomma non tutto è il diavolo in persona ma in particolar modo non lo è il Sexting. Esso può anche servire da collante, da fattore che alimenta una relazione a distanza. Può rendere frizzante un rapporto. Non bisogna demonizzare pratiche, fenomeni, atteggiamenti, comportamenti sessuali bensì bisogna rifuggire da un uso improprio.

Conoscere e vivere il sesso in ogni sua forma porta a vivere se stessi in modo profondo e sano.