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Una Giostra Handmade

Salire su una Giostra ha sempre avuto il suo fascino. Provare varie esperienze su una Giostra rende sempre più vogliosi e desiderosi di continuare a girare. Nella sua semplicità la Giostra tende alla completezza del divertimento. Il cuore in gola, il sorriso che illumina il viso, l’espressione felice, la mente sognante, il tutto arricchito da quel pizzico di eccitazione, sono elementi del quadro completo che caratterizza lo stare su una Giostra. Non a caso essere artigiani delle proprie passioni, maneggiare con le proprie mani e la propria creatività ciò che piace, fa sentire come se si salisse su una Giostra. Ogni creazione nata dalla propria dedizione è un componente della Giostra. Ogni volta che la mente dà vita ad una idea di opera è un giro sulla Giostra stessa. Ogni giro eseguito sulla Giostra è tempo scandito, tempo che deve essere sfruttato al meglio. La certezza del godimento è data dal ripetersi della realizzazione. Ogni cosa realizzata in modo artigianale regala appagamento e chi crea lo sa bene perché usa quella soddisfazione per andare avanti e per saziare la fame della propria anima.

Giostra di Cera è il nome che Francesca ha dato alla sua attività artigianale. Creazioni diverse, del tutto naturali. Creazioni fatte con cera di soia, cera derivata dalla soia vegetale, dai fagioli di soia. La sua creatività scalpitava dentro quel cassetto, il suo sogno voleva uscire e Lei quest’anno gli ha dato una vita. Lei ha scelto di buttarsi in quello che l’ha sempre affascinata, la cera profumata. Ma il suo sogno necessitava di un nome. Il nome Giostra di Cera prende ispirazione dai suoi figli, i primi sostenitori del suo sogno, e quindi prende spunto dai bambini che vivono le giornate con la giusta dose di allegria. Gioia che una Giostra, quella tutta dorata con i cavalli e carrozze e una musica melodiosa in sottofondo, promette. L’immagine che Francesca aveva in mente era quella di una giornata passata in modo spensierato come quando si è bambini e la felicità la si porta nel cuore per diverso tempo, fino a quando non si rifà un altro giro sulla Giostra. Con le sue tart profumate di varie forme, da usare nei cassetti, nell’armadio, come decorazione, o facendole sciogliere in un brucia essenza. Con candele colate a mano decorate con fiori secchi. Francesca usa la sua capacità artigianale per dare vita a prodotti ecologici che richiamano quelle giornate profumate di vita. Usa essenze made in Italy riprodotte in laboratorio con ingredienti privi di petrolati. Ha unito il suo sogno ad una realtà volta alla sostenibiltà dell’ambiente.

Camminare sognando aiuta prima o poi a far vivere quei sogni, contribuisce a rendere reale ciò che si è solo immaginato. Credere nelle proprie passioni agevola le proprie capacità. Sostenere le proprie capacità rende concreti i desideri.

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Lo stile di una passione!

La passione muove tutto, stimola, è da incentivo, ti fa sentire viva ed è il mezzo che ti porta dove vuoi, certo alle volte ti devi scontrare con la società che ti circonda, con la realtà che ha difficoltà ad apprezzare perchè ancora ci sono stereotipi da seguire o tendenze da imitare ma quando la passione ha forza e si materializza in un lavoro allora questi fattori scendono in secondo piano. Per seguire i propri sogni ci vuole coraggio e voglia di mettersi in gioco, buttarsi in quello per cui si è studiato o per quello in cui si crede. Lei è una creatrice, un’artista giovane che ha fatto della sua passione un lavoro.  Un anno fa mentre passeggiavo per le vie caratteristiche della piccola Sarzana, un paesino Ligure che nel mese di agosto si veste di un fascino ‘vintage’, entrai in un piccolo negozio/laboratorio e ciò che mi colpì fu la gentilezza e cordialità di questa ragazza, difficile da trovare al giorno d’oggi. La sua bottega era giovane come giovane è Lei ma con talento da vendere. Mi spiegò in cosa consiste il suo lavoro e le parole scorrevano con precisione e sentimento, colsi la fatica che può esserci in un lavoro artistisco ma il sorriso e la felicità nel farlo alleggerisce il peso. Le sue mani lavorano pietre preziose, realizzano monili modellando la cera e fondendola con una tecnica antichissima detta fusione a cera persa. Personalizza ogni oggetto nella forma, metallo colore e tipologia di pietre. Quest’ anno sono ritornata in quel di Sarzana in occasione della ‘Soffitta in Strada’ e sono andata a trovarla, nella sua bottega esponeva nuove creazioni e sempre con fare cordiale mi ha mostrato diversi modelli di gioelli, dai bracciali in bronzo agli anelli con pietre preziose fino a collane d’argento con ciondoli particolari e di fattura handmade. La sua collezione Marea ha il sapore del mare e i colori della natura, quando Lei crea fonde non solo la cera ma anche la sua passione per quest’arte. Un anno più grande, un anno di lavori commissionati da diverse persone, un anno di sacrifici ma la gentilezza e bravura sono rimasti intatti in Lei. Se vi trovate da quelle parti fatevi trasportare da queste mie parole ed entrate in questa bottega orafa per ammirare con i vostri occhi!

“L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è.”
(Paul Klee)

http://www.mbmodelli.it/

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E che Upcycling sia!

“La moda è fatta per diventare fuori moda”, citazione della talentuosa e bellissima Coco Chanel che penso rifletti un pò il termine e la filosofia dell’ upcycling. Abiti vecchi usati per il lavoro, come tute di saldatori o giardinieri, giacche di falegnami o fabbri, diventano vestiti di lusso, grazie al loro tessuto resistente che può essere usato ancora a lungo e può essere riutilizzato in veste di camicia o di pantaloni o di altro capo dal sapore chic. La creatività e la passione supera ogni confine, recuperare materiali ormai in disuso e rielaborarli in veri e propri indumenti modaioli valorizzando il mestiere del sarto, del calzolaio o del tessitore è la filosofia upcycling! Gli abiti che prima erano usati per un determinato fine o con una precisa connotazione ora rivivono in altra veste, ritornano ad avere un’anima, donandosi un altro valore. La frase e la filosofia del chimico francese Antoine Lavoisier “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” sono linfa per l’upcycling in cui la trasformazione, il cambiamento diventa l’unica chiave possibile per salvare e recuperare ciò che sarebbe destinato al macero.

Il riuso creativo si può applicare a qualsiasi cosa ma nel campo della moda risulta interessante vedere come un capo che si usava in certi ambienti lo si può indossare magari per occasioni importanti. Può cambiare la tipologia del capo, l’uso che prima se ne faceva ma rimarrà la vita, quell’abbigliamento vivrà due volte. E’ un pò l’antitesi della moda “usa e getta”, si tratta più di una moda etica e sostenibile, il vecchio diventa fruibile di nuovo riadattandolo e migliorandolo attraverso la genialità e l’estro degli artigiani.

Una città fra tutte, considerata la patria dell’ upcycling, è Berlino, ma anche Londra ha voce su questo tema, mentre in Italia si sta estendendo il concetto e piano piano prende sempre piu piede. Per capire meglio il concetto dell’upcycling vorrei dare due ‘dritte’, la prima è una lettura piacevole di un libro scritto da un consulente di moda sostenibile Alberto Saccavini “La gonna che visse due volte”, in cui dà consigli su come si può movimentare il proprio armadio ed i capi che sono al suo interno modificandoli e cambiandoli. La seconda ‘dritta’ è andare a cliccare su un sito http://www.modacritica.it che propone collezioni di abbigliamento e accessori realizzati da designer, che raccoglie due filosofie di moda etica, quella handmade e l’ upcycling.

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Il fascino del Handmade: Fashion in Flair

Eccellenza nel campo dell’ artigianalità Made in Italy è la mostra mercato che si tiene ormai da sei anni a Lucca in una Villa del XVI secolo, che presenta la sua architettonica forma rettangolare distesa in un ampio giardino e si presta ad ospitare in tutta la sua grandezza diversi artigiani di tutta Italia, scelti e selezionati, che presentano i loro prodotti trasferendo tutto il loro entusiasmo, e accogliendoti esponendo la loro storia. La lavorazione a mano, il sentimento nel creare, la tecnica innovativa, la fusione di antico e nuovo, la passione nella realizzazione, il credere nel proprio lavoro, il fervore dell’ obiettivo, la soddisfazione dei risultati, tutto questo ho notato nell’evento a cui ho partecipato come pubblico ma anche come blogger. Fashion in Flair è l’evento che unisce il fascino della moda con l’ arte. Ogni mano che lavora, ogni mente che idea qualcosa, ogni persona che si prefigge un fine, ogni oggetto o prodotto che si fa conoscere nella sua filosofia, tutto questo si spalma in tre giorni a Villa Bottini.

Varcato il cancello della Villa mi sono sentita immersa nel verde e ad ogni passo assaporavo la prestanza della location. I primi artigiani si erano accomodati con i loro stand per tutto il giardino e i loro prodotti parlavano per loro. Mi sono avvicinata per respirare il loro mondo, ad ogni chiosco mi facevo rapire dal prodotto che esponevano. La particolarità dell’ allestimento, la voglia di interagire con il pubblico, la solarità dell’accoglienza, l ‘originalità del prodotto, tutti questi elementi mi hanno accompagnato nell’esplorare ogni banco. L’olfatto e il tatto si sono amplificati grazie alla conoscenza di prodotti per la pelle a base di ingredienti naturali, presentati da http://www.mylifecosmetics.com un ‘azienda che usa bava di lumaca e siero di vipera. Ho ammirato l’ artigianalità in abiti per bimbi che richiamano gli anni 50/60/70 attraverso due mamme che si sono scoperte imprenditrici creando la loro attività, https://www.facebook.com/ourgangkids. L’ interno della Villa tra i suoi dipinti e la sua antichità era decorata da banchi di altri e diversi artigiani Italiani. Sono stata colpita dalla delicatezza dei bijoux e accessori lavorati e ricamati con l’uso di pizzo antico dall’artista-proprietaria di http://www.batterflyfirenze.it. E sono stata affascinata dall’ interior design di http://www.sedutevintage.com uno stile che non tramonterà mai.

Tante le proposte artigianali, tanto il lavoro e la passione che c’è dietro ad ogni oggetto-prodotto, ma ciò che mi porto dentro da questa esperienza come spettatore è la cura nel dettaglio, è la voglia di far parlare il lavoro manuale, è la predilezione di far vivere l’arte della lavorazione a mano, è credere ancora che l’arte sta nelle mani di chi le sa usare. Insomma non posso che consigliare un evento come il Fashion in Flair, il cui fascino sta nello stile.