Immagine

La mia linea di lingerie grazie alle mani di LiLy Lingerie!

Avete presente quando sentite dentro la voglia di vivere un’altra sfumatura di voi? Quando tutto quello che volete è arricchirvi del desiderio della vista di quella ombreggiatura? Ecco, per dare linfa vitale a questa traccia dovevo immergermi nel suo chiaroscuro. E così ho fatto. La lingerie per me è stata sempre un richiamo all’essere seducente. I tessuti come la seta, il raso, il pizzo, il tulle, usati per l’intimo hanno avuto su di me sempre un enorme fascino. L’intimo donna con i suoi diversi capi mi ha sempre attratta. Delinea la femminilità e dipinge la sensualità. Incornicia l’essere Donna nella sua unicità. Regala al corpo femminile una consapevolezza audace. Per questo non potevo non dar seguito al bisogno di indossare lingerie fatta apposta su di me. Una linea di abbigliamento intimo creata per me, sul mio corpo e sul mio essere. Capi dai tessuti e dai colori che prediligo. Per fare ciò dovevo cercare le persone giuste. Dovevo cercare chi sa maneggiare la lingerie. Chi sa cosa vuol dire esaltare le peculiarità di una Donna attraverso un capo intimo. Chi sa essere di ampie vedute pur avendo esperienza di anni e anni alle spalle tanto da essere matura nella propria artigianalità. La mia idea era creare una sorta di sinergia tra ciò che la mia mente suggeriva al mio corpo di indossare e chi avrebbe reso concreto il tutto. La ricerca doveva rispondere non solo a trovare un accordo ma soprattutto ad instaurare fiducia tra me e l’artigiano.

Quando scrissi a loro lo feci senza aspettative. Speravo di aver scelto bene ma non pensavo che il loro modo di essere potesse collimare in modo ineccepibile con il mio. Loro sarebbero state le mani, io sarei stata il corpo, ed entrambi saremmo stati una unione di menti. Quando entrai nel laboratorio artigianale a Castelfiorentino di Anna e Lisa ciò che mi accolse fu il sorriso. Entrambe molto ospitali. Laboratorio colmo di tessuti e capi confezionati. Sulle spalle una esperienza di 30 anni, lavorando sempre per conto terzi. Il loro è stato un lavoro da dietro le quinte. I loro prodotti erano da collante con il mondo esterno. Non figuravano loro ma entravano in scena i loro capi presentati da altri. I capi di intimo donna artigianali hanno la caratteristica principale di coccolare l’anima più intima e nascosta. Ogni capo di lingerie risulta come un’emozione intrinseca. E dato che per Anna e Lisa le loro creazioni dovevano entrare in empatia con ogni Donna che le avrebbe indossate, ad ottobre 2020 fecero nascere il loro marchio. Diedero vita al loro logo. Produssero capi di lingerie con il proprio gusto e trasferirono in loro non solo la passione ma anche la loro anima. Tutto ciò che creano passa per diversi step di lavorazione. Anna e Lisa scelgono i tessuti, tutti esclusivamente made in Italy. Stoffe di alta qualità. Ideano il capo e 15 sarte le aiutano a renderlo reale. Ricontrollano e rivedono il prodotto finale ed lo mostrano sul loro sito https://www.lilylingerie.it/

Cura dei dettagli, qualità pregiata, professionalità rara, disponibilità esemplare. Tutto questo mi ha portato a scegliere loro come artigiane della mia linea di lingerie.

Immagine

Una Giostra Handmade

Salire su una Giostra ha sempre avuto il suo fascino. Provare varie esperienze su una Giostra rende sempre più vogliosi e desiderosi di continuare a girare. Nella sua semplicità la Giostra tende alla completezza del divertimento. Il cuore in gola, il sorriso che illumina il viso, l’espressione felice, la mente sognante, il tutto arricchito da quel pizzico di eccitazione, sono elementi del quadro completo che caratterizza lo stare su una Giostra. Non a caso essere artigiani delle proprie passioni, maneggiare con le proprie mani e la propria creatività ciò che piace, fa sentire come se si salisse su una Giostra. Ogni creazione nata dalla propria dedizione è un componente della Giostra. Ogni volta che la mente dà vita ad una idea di opera è un giro sulla Giostra stessa. Ogni giro eseguito sulla Giostra è tempo scandito, tempo che deve essere sfruttato al meglio. La certezza del godimento è data dal ripetersi della realizzazione. Ogni cosa realizzata in modo artigianale regala appagamento e chi crea lo sa bene perché usa quella soddisfazione per andare avanti e per saziare la fame della propria anima.

Giostra di Cera è il nome che Francesca ha dato alla sua attività artigianale. Creazioni diverse, del tutto naturali. Creazioni fatte con cera di soia, cera derivata dalla soia vegetale, dai fagioli di soia. La sua creatività scalpitava dentro quel cassetto, il suo sogno voleva uscire e Lei quest’anno gli ha dato una vita. Lei ha scelto di buttarsi in quello che l’ha sempre affascinata, la cera profumata. Ma il suo sogno necessitava di un nome. Il nome Giostra di Cera prende ispirazione dai suoi figli, i primi sostenitori del suo sogno, e quindi prende spunto dai bambini che vivono le giornate con la giusta dose di allegria. Gioia che una Giostra, quella tutta dorata con i cavalli e carrozze e una musica melodiosa in sottofondo, promette. L’immagine che Francesca aveva in mente era quella di una giornata passata in modo spensierato come quando si è bambini e la felicità la si porta nel cuore per diverso tempo, fino a quando non si rifà un altro giro sulla Giostra. Con le sue tart profumate di varie forme, da usare nei cassetti, nell’armadio, come decorazione, o facendole sciogliere in un brucia essenza. Con candele colate a mano decorate con fiori secchi. Francesca usa la sua capacità artigianale per dare vita a prodotti ecologici che richiamano quelle giornate profumate di vita. Usa essenze made in Italy riprodotte in laboratorio con ingredienti privi di petrolati. Ha unito il suo sogno ad una realtà volta alla sostenibiltà dell’ambiente.

Camminare sognando aiuta prima o poi a far vivere quei sogni, contribuisce a rendere reale ciò che si è solo immaginato. Credere nelle proprie passioni agevola le proprie capacità. Sostenere le proprie capacità rende concreti i desideri.

Immagine

Ad ognuno il suo stile: Salvatore Ferragamo

Le scarpe per lui furono il suo biglietto da visita, all’età di 11 anni divenne apprendista di un mastro calzolaio e il suo amore incondizionato per la creazione di scarpe gli fece aprire all’età di 13 anni il suo primo negozio. Per Salvatore Ferragamo l’anatomia del piede era estremamente importante nel realizzare scarpe che rispondessero a due imperativi, comodità ed estetica. In California Ferragamo divenne sin dalla giovane età il “calzolaio delle stelle”, tanta era l’offerta che non riusciva a stare dietro a tutte le ordinazioni che gli arrivavano da Hollywood e la fama si propagò.  “Le scarpe devono calzare alla perfezione” questo era il suo mantra, per questo risultò essere il cupido che scoccò per primo la freccia d’amore tra le donne e le scarpe. Dall’ America si trasferì a Firenze dove aprì il suo laboratorio che con gli anni divennero due laboratori più un negozio nel Palazzo Fini Speroni, sede attuale dell’azienda. Una delle sue creazioni più popolari e imitate sono le “zeppe” di sughero, solide e leggere. Oltre al sughero usò come materiali diversi dall’acciaio e dal cuoio, che erano solito essere usati, legno, fili metallici, rafia, feltro e resine sintetiche simili al vetro. Grazie alle sue scarpe creative, come il sandalo in oro, il sandalo invisibile con tomaia in filo di nylon, nel 1947 vinse il famoso Neiman Marcus Award, l’Oscar della Moda, un premio prestigioso che per la prima volta fu assegnato ad un creatore di calzature. Le suole di Ferragamo sono resistenti e delicate, stregano personaggi come Sophia Loren, Marilyn Monroe, Silvana Mangano, ognuna diventa una icona sexy con i suoi tacchi a spillo di metallo rafforzato. Per Audrey Hepburn disegnò la ballerina, in cui debutta la suola a conchiglia che si prolunga sino al tallone risalendo sulla tomaia e a cui diede il nome “Audrey”. Le sue scarpe non sono solo scarpe ma sono piccoli gioielli che luccicano di vita propria e che fanno brillare chiunque le indossi. Ogni modello, ogni forma, ogni creazione, è un’opera d’arte che si può ammirare nel Museo di Salvatore Ferragamo a Firenze, dove sono esposte tutte le calzature che ha realizzato negli anni.

Non vi è limite alla bellezza, né grado di saturazione per l’immaginazione creativa; così come è infinita la varietà dei materiali che un calzolaio può impiegare per decorare i suoi modelli in modo che ogni donna calzi come una principessa ed ogni principessa come una regina di fiabe”.  (‘Il calzolaio dei sogni: autobiografia di Salvatore Ferragamo’, edito da Skira per la collana Moda e Costumi)

Immagine da Pinterest!

Immagine

E che Upcycling sia!

“La moda è fatta per diventare fuori moda”, citazione della talentuosa e bellissima Coco Chanel che penso rifletti un pò il termine e la filosofia dell’ upcycling. Abiti vecchi usati per il lavoro, come tute di saldatori o giardinieri, giacche di falegnami o fabbri, diventano vestiti di lusso, grazie al loro tessuto resistente che può essere usato ancora a lungo e può essere riutilizzato in veste di camicia o di pantaloni o di altro capo dal sapore chic. La creatività e la passione supera ogni confine, recuperare materiali ormai in disuso e rielaborarli in veri e propri indumenti modaioli valorizzando il mestiere del sarto, del calzolaio o del tessitore è la filosofia upcycling! Gli abiti che prima erano usati per un determinato fine o con una precisa connotazione ora rivivono in altra veste, ritornano ad avere un’anima, donandosi un altro valore. La frase e la filosofia del chimico francese Antoine Lavoisier “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” sono linfa per l’upcycling in cui la trasformazione, il cambiamento diventa l’unica chiave possibile per salvare e recuperare ciò che sarebbe destinato al macero.

Il riuso creativo si può applicare a qualsiasi cosa ma nel campo della moda risulta interessante vedere come un capo che si usava in certi ambienti lo si può indossare magari per occasioni importanti. Può cambiare la tipologia del capo, l’uso che prima se ne faceva ma rimarrà la vita, quell’abbigliamento vivrà due volte. E’ un pò l’antitesi della moda “usa e getta”, si tratta più di una moda etica e sostenibile, il vecchio diventa fruibile di nuovo riadattandolo e migliorandolo attraverso la genialità e l’estro degli artigiani.

Una città fra tutte, considerata la patria dell’ upcycling, è Berlino, ma anche Londra ha voce su questo tema, mentre in Italia si sta estendendo il concetto e piano piano prende sempre piu piede. Per capire meglio il concetto dell’upcycling vorrei dare due ‘dritte’, la prima è una lettura piacevole di un libro scritto da un consulente di moda sostenibile Alberto Saccavini “La gonna che visse due volte”, in cui dà consigli su come si può movimentare il proprio armadio ed i capi che sono al suo interno modificandoli e cambiandoli. La seconda ‘dritta’ è andare a cliccare su un sito http://www.modacritica.it che propone collezioni di abbigliamento e accessori realizzati da designer, che raccoglie due filosofie di moda etica, quella handmade e l’ upcycling.

Immagine

Il fascino del Handmade: Fashion in Flair

Eccellenza nel campo dell’ artigianalità Made in Italy è la mostra mercato che si tiene ormai da sei anni a Lucca in una Villa del XVI secolo, che presenta la sua architettonica forma rettangolare distesa in un ampio giardino e si presta ad ospitare in tutta la sua grandezza diversi artigiani di tutta Italia, scelti e selezionati, che presentano i loro prodotti trasferendo tutto il loro entusiasmo, e accogliendoti esponendo la loro storia. La lavorazione a mano, il sentimento nel creare, la tecnica innovativa, la fusione di antico e nuovo, la passione nella realizzazione, il credere nel proprio lavoro, il fervore dell’ obiettivo, la soddisfazione dei risultati, tutto questo ho notato nell’evento a cui ho partecipato come pubblico ma anche come blogger. Fashion in Flair è l’evento che unisce il fascino della moda con l’ arte. Ogni mano che lavora, ogni mente che idea qualcosa, ogni persona che si prefigge un fine, ogni oggetto o prodotto che si fa conoscere nella sua filosofia, tutto questo si spalma in tre giorni a Villa Bottini.

Varcato il cancello della Villa mi sono sentita immersa nel verde e ad ogni passo assaporavo la prestanza della location. I primi artigiani si erano accomodati con i loro stand per tutto il giardino e i loro prodotti parlavano per loro. Mi sono avvicinata per respirare il loro mondo, ad ogni chiosco mi facevo rapire dal prodotto che esponevano. La particolarità dell’ allestimento, la voglia di interagire con il pubblico, la solarità dell’accoglienza, l ‘originalità del prodotto, tutti questi elementi mi hanno accompagnato nell’esplorare ogni banco. L’olfatto e il tatto si sono amplificati grazie alla conoscenza di prodotti per la pelle a base di ingredienti naturali, presentati da http://www.mylifecosmetics.com un ‘azienda che usa bava di lumaca e siero di vipera. Ho ammirato l’ artigianalità in abiti per bimbi che richiamano gli anni 50/60/70 attraverso due mamme che si sono scoperte imprenditrici creando la loro attività, https://www.facebook.com/ourgangkids. L’ interno della Villa tra i suoi dipinti e la sua antichità era decorata da banchi di altri e diversi artigiani Italiani. Sono stata colpita dalla delicatezza dei bijoux e accessori lavorati e ricamati con l’uso di pizzo antico dall’artista-proprietaria di http://www.batterflyfirenze.it. E sono stata affascinata dall’ interior design di http://www.sedutevintage.com uno stile che non tramonterà mai.

Tante le proposte artigianali, tanto il lavoro e la passione che c’è dietro ad ogni oggetto-prodotto, ma ciò che mi porto dentro da questa esperienza come spettatore è la cura nel dettaglio, è la voglia di far parlare il lavoro manuale, è la predilezione di far vivere l’arte della lavorazione a mano, è credere ancora che l’arte sta nelle mani di chi le sa usare. Insomma non posso che consigliare un evento come il Fashion in Flair, il cui fascino sta nello stile.

Immagine

Quando lo stile di una città ti fa viaggiare nel tempo

Quando una città si veste di epoca, quando una cittadina si cala in un’ atmosfera antica, quando le strade indossano il sapore dell’antico, allora lo stile che rappresenta e di cui è portavoce ti porta ad immergerti in un mondo dal carattere unico e raro. Come unici e rari sono i pezzi che caratterizzano questo stile, artigianali e antiquati sono gli oggetti che decorano questo stile. Quello stile che indossa un piccolo borgo ligure ogni anno e che si trasforma in una preziosa Soffitta in cui si raccolgono mobili d’ epoca, oggetti di modernariato, bigiotteria di grande pregio, quadri, pizzi e tovaglie, e ancora oggetti più ricercati dall’ interesse collezionistico. Sarzana diventa una città che prende i connotati per un periodo dell’ anno, Agosto, di un vero mercato dell’antiquariato a cielo aperto, che con naturalezza e spontaneità assume i contorni di un bazar orientale. Oggetti di valore per la bellezza e rarità, oggetti che rispondono a più di 50 anni di vita, oggetti che richiamano la loro fattura manuale, tutti questi oggetti ricoprono le viuzze caratteristiche e antiche di questa cittadina fortificata.

È la seconda volta che mi reco in questo luogo in occasione di questo evento, ed è come se aprissi una porta di una Soffitta, e nell’entrare rimanessi stupita di quanta bellezza può esistere e di cosa si può celare alla conoscenza quotidiana. Un armadio pieno di tante cose conservate nel tempo, dalle più antiche alle più pregiate, dalle più strane alle più originali, da suppellettili vintage ad arnesi di ogni genere. L’elemento comune e caratterizzante di ogni bancarella che incontro è il suo stile retrò, l’odore dell’ antico, la consistenza dell’ usato al tatto. Il fascino ti porta indietro negli anni, guardandolo e ammirando un oggetto è come se quell’età in cui è stato utilizzato o a cui si riferisce ti salutasse. Tutto intorno sembra parlarti di altri tempi, ed insieme alla città, insieme alle stradine abbellite ed adornate, riecheggiano gli usi e i costumi di un tempo, la finezza e l’eleganza di anni ormai passati, le usanze e le consuetudini di un periodo demodé.

In un ambiente del genere ti senti alcune volte fuori luogo, perchè è talmente tanto lontano da te che ti è difficile immedesimarti, ma basta specchiarti in uno specchio antico e pregiato e la tua anima si riflette in quell’atmosfera, si fonde in essa e sorride con essa. Si vive in anni diversi da quelli che si ammirano in questo evento ma ne vale la pena, perchè un tuffo nel passato risveglia uno stile singolare. Come questa Soffitta insegna, fai del tuo stile un pezzo unico!!