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Voi ed Io: Il Social, potenzialità e negatività!

Questa volta chi si è seduto sulla poltrona per colloquiare con me è https://www.instagram.com/ant0___.0/ la sincera Antonella, portando con se come argomento il Social, potenzialità e danni che una piattaforma web può creare.

Il Social è un mondo fatto di uomini che con diverse finalità convivono tra di loro. Una realtà che è entrata in maniera predominante nella vita di ognuno. Una realtà che a volte giudica, altre volte influenza, il più delle volte mette a conoscenza. Ad Antonella sta molto a cuore vivere una sana vita Social, se ovviamente questo non apporti negatività. Il lato negativo di cui parla Antonella è quello dato dall’ imitazione, dall’ emulazione da parte di adolescenti verso noti personaggi. Si chiede il perché è così difficile esporre il proprio pensiero, il perché invece è così facile arrivare a fare gesti estremi per essere identici agli altri che ‘spopolano’ sul Social. Antonella si chiede, perché imporsi di cambiare il proprio stile di vita e la propria immagine, perdendo ad esempio peso corporeo con la speranza di sponsorizzare qualche brand di abbigliamento che ti apprezza per un corpo longilineo? In altre parole perché rincorrere il soggettivo pensiero di perfezione dato che qualcuno è diventato ‘popolare’ raggiungendo una effimera ‘fama’ tracciando il percorso? Un percorso spesso finto e poco veritiero. Seguendo prototipi del genere si può giungere ad annullare ed annientare la propria personalità. Antonella racconta che qualcuno sul Social le aveva fatto notare il suo accento napoletano tanto da farle venire i complessi nel parlare. L’importanza di una persona è data dal seguito espresso in K, questo è ciò che il Social insegna alla maggior parte delle persone. Quindi se non sei abbastanza seguito qualsiasi tua caratteristica può risultare un difetto. Qualsiasi cosa che posti o pubblichi, se non sei una persona relativamente conosciuta, può essere vista in modo difettoso tanto da essere rimarcata da coloro che consciamente o inconsciamente apportano danno a chi è già di carattere insicuro. Il Social è un’arma che può distruggere menti fragili che trovano il coraggio cmq di viverlo, e può cancellare il senno per essere qualcuno noto. Antonella insiste su un aspetto fondamentale:“Nessuno è perfetto, mi piacerebbe che le persone dessero più valore alle loro potenzialità concentrandosi su se stessi, invece che copiare la vita di qualcun altro per essere accettati”. Il giudizio verso quelle persone che si palesano per come sono di solito arriva sempre da coloro che si reputano perfetti e si mostrano perfetti. Tutto questo può far avere dei canoni di perfezione completamente errati, perché non seguono la moltitudine. Ciò che dovrebbe fare un Social è sicuramente essere il più realistico possibile, facendoci accostare alla realtà di ognuno e diventare fonte di passioni. Indurre a seguire profili che collimano con i nostri interessi, portandoci ad interagire, senza imitare o copiare, con persone che catturano la nostra attenzione. A volte si vive un mondo web come se non fosse reale, quasi come se si stesse giocando ad un videogioco virtuale, e ci si dimentica che dietro ad ogni profilo non c’è un ‘avatar’ ma c’è un essere umano con difetti, pregi, interessi e stili di vita.

Un pò di attenzione, riguardo e rispetto farebbe del Social una dimensione comunicativa ideale.

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L’effetto: si indossa, si sente, si vive!

Che cosa vuol dire effetto? Cosa si intende con il termine effetto associato ad un altro termine? Che cosa si trae dall’effetto di un determinato evento, o capo, o tessuto, o dall’effetto di una sensazione? Di solito con la parola effetto si pensa subito al risultato, a ciò che è conclusione di un qualcosa. Ma effetto è soprattutto un cammino. L’effetto è percezione di quello che stiamo vivendo. L’effetto è un divenire, un percorso, che non è nato finito per essere tale ma che lo si modella affinché sia tale. L’effetto è creare una conoscenza. Quello stesso effetto ci guida alla consapevolezza di ciò che è. Fare effetto, sentire l’effetto, mostrare l’effetto, sono la somma di ciò che si può chiamare un percorso sensoriale. Soffermarci su cosa vuol dire effetto è capire come i nostri sensi vengono stimolati per arrivare ad un quadro completo della comprensione di quello con cui veniamo a contatto. L’effetto come parola unita ad altre parole può mutare significato, ma ciò che rimane invariato è l’emozione che si sente e si prova solo a pensare al senso del termine e a ciò che esso promette.

Nella moda sono tante le terminologie scelte ed usate, a volte sembra tutto lecito, ma mai come questa volta la moda ci ha azzeccato. Effetto Pelle, è l’effetto che in questa stagione autunnale 2020 sta spopolando. L’ Effetto Pelle ricrea la sensazione che si è avuta sin dagli anni ’20 ad oggi. Negli anni venti Salvatore Ferragamo ebbe successo con la pelle di pesce, detta anche cuoio marino. Negli anni ’40/’50 si parlava della pelle di coccodrillo con la borsa Kelly di Hermès. Si passa poi dagli anni ’60 rivoluzionari agli anni ’70 in cui esplose la pelle nera e liscia con il suo chiodo. Negli anni ’80 la pelle divenne un trend a tutti gli effetti. Negli anni ’90 e 2000 la pelle laserata (lavorata con tecnologia a laser) fu il tessuto che predominava. Fino ad arrivare ai giorni nostri in cui la pelle e il suo effetto non fanno altro che rispondere ad attributi come lucentezza, fluidità, leggerezza. Sentirsi in totale equilibrio con il tessuto che indossiamo non fa altro che amplificare la nostra sensibilità, e l’ Effetto Pelle lo fa in modo molto sexy. Sin dal tatto che dall’odore passando dalla vista l’ Effetto Pelle crea un tragitto capace di rendere chiara la direzione di quel determinato capo unito al nostro corpo.

L’ effetto si fonde in ciò che in quel determinato momento rappresenta. Si mescola nella visione di quello che accompagna, ne crea una storia sua personale ed unica. L’effetto è sinonimo di attuazione di ciò che si prefigge. Vivere un effetto, qualsiasi sia il genere, richiama la reale natura di ciò di cui parla creando un’esperienza completamente nuova e irripetibile.

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Collaborazione dal punto di vista dell’azienda

Più volte ho parlato nei miei articoli delle collaborazioni che le aziende intraprendono con profili Instagram più o meno noti, più o meno conosciuti, più o meno seguiti. Io stessa sono stata contatta più volte da diverse aziende e non ho detto Si a tutte quelle che mi hanno contattata, ma ho scelto a seconda della loro storia, della loro professionalità e dei loro prodotti. Quindi sono io in prima persona a scegliere con chi collaborare, sono io che dò importanza a determinate caratteristiche. Sono io a dare valore a precise qualità, e l’importanza che do io sicuramente è dissimile da quella che può dare un altro profilo.

E se le cose le vedessimo da un’altra angolazione? Se sapessimo cosa smuove un’azienda ad avviare una collaborazione con un profilo Instagram? Se facessi una domanda precisa alle aziende che gravitano sui social, cosa mi risponderebbero?

Cosa vi attira tanto di un profilo fino a prendere la decisione di farvi sponsorizzare da esso? Questa è stata la domanda che ho sottoposto a diverse aziende e devo dire che non tutte hanno risposto. Alcune hanno scelto la strada del silenzio, altre non sapevano cosa e come rispondere e si sono defilate dicendo che erano delle ‘giovani realtà’. Poche hanno dato una risposta chiara, competente e sincera.

La prima azienda che ha risposto alla mia domanda è stata https://bagly.it/ un marchio Made in Italy che crea borse ed accessori. “Appena Bagly è sbarcato su instagram siamo stati letteralmente aggrediti da moltissime richieste di queste ragazze influencer, le quali chiedevano un nostro prodotto in cambio di una recensione. Essendo il nostro prodotto di un determinato valore monetario ed essendo un nuovo brand abbiamo pensato di investire poco e bene, ma purtroppo così non è stato. Ciò che abbiamo guardato inizialmente era il rapporto dei followers ed i loro like e commenti, insomma abbiamo pensato che l’engagement potesse essere l’unico parametro giusto. Grazie a questa prima esperienza è stato facile capire che non tutto ciò che luccica è oro perché la maggior parte di queste ragazze non erano competenti, non avevano dei veri followers e dei veri like, e dal nostro investimento abbiamo guadagnato una valanga di influencer che ci hanno intasato la mail per effettuare la medesima collaborazione. Ora il nostro punto di vista è cambiato e con sè anche i parametri attraverso i quali faremo i futuri investimenti: non conta il numero di followers, né il numero di like. Ci baseremo sulla qualità del profilo e delle foto, sulla qualità dei contenuti e le capacità comunicative, se in grado di suscitare o meno l’ interesse riguardo al marchio. E soprattutto andremo a studiare quelli che sono i commenti, quanti di questi sono realmente inerenti, diretti ed interessati al prodotto in questione.

La seconda azienda che ha risposto alla mia domanda è https://www.mirtabijoux.com/it/ un marchio Made in Italy che crea accessori bijoux. “Le nostre scelte non sono fatte in base alla quantità di followers o like che il profilo può avere, ma scegliamo le persone e i loro contenuti. Le nostre collaborazioni più importanti, anche se in alcuni casi non sono collaborazioni vere e proprie, sono nate proprio da una sintonia: che può manifestarsi tramite condivisione di valori, visione di vita o più semplicemente avere passioni comuni. Prendiamo per esempio la signora Theresa May, ex primo ministro inglese, che è una nostra affezionata cliente (e non vi è alcun tipo di rapporto commerciale ovviamente). Ci piace condividere le sue foto perché rispecchia per noi una delle nostre DONNECONLEBALLS: elegante, con un proprio stile e un tocco di creatività (e colore) negli accessori che sottolinea femminilità. La collaborazione con le Karma b, le due meravigliose Drag Queen italiane, è nata spontaneamente: ci piace la loro ironia, e condividiamo con loro alcuni importanti valori nei confronti della vita, come anche l’importanza di essere ciò che si è. Questa una citazione di Carmelo e Mauro, i due artisti straordinari: “Siamo uomini che amano talmente tanto le donne da metterci letteralmente nei loro panni… e nelle loro scarpe!”. Questi i motivi che ci hanno portato a scegliere il duo artistico per una pubblicità sulla rivista Donna Moderna nel 2019 : sono state le prime Drag Queen a sponsorizzare un brand di bijoux femminile. Da qualche mese collaboriamo con Ilaria Samya di Donato, Color Coach e con una lunga esperienza nel settore dei colori e moda . Abbiamo chiesto di scrivere articoli sulla simbologia dei colori e soprattutto cosa apportano alla nostra vita. Perché indossare una collana rossa o blu fa differenza? Il nostro brand Ballsmania propone più di 150 varianti colori e vogliamo offrire alle nostre clienti anche la conoscenza, oltre che l’allegria di indossare i colori. Mi sono forse dilungata nella mia risposta, come avrà capito il mio lavoro è per me entusiasmo e gioia: proprio quelle componenti che cerchiamo nelle persone che collaborano con noi. Non ci interessa che siano famose o che abbiano migliaia di seguaci (nome orribile a mio parere personale), ma che amino ciò che indossano – nello specifico i colorati bijoux Ballsmania – e riescano a trasmetterlo alle persone.”

Queste due testimonianze mostrano due punti di vista ma hanno un unico comune denominatore, quello di puntare alla qualità e a credere in ciò che si sponsorizza. Tra le altre poche risposte ricevute ho capito che ogni azienda ha avuto una partenza accelerata tanto da farle sbandare fino a riprendersi scegliendo di ingranare la marcia giusta per continuare la propria ‘ascesa’.

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Il potere della Condivisione

Secondo il vocabolario Treccani il verbo condividere vuol dire “dividere, spartire insieme con altri, ma anche, avere in comune con altri”. Da quando siamo sul web e quindi sui social la condivisione è arrivata a livelli straordinari tanto da dargli un potere che si sottovaluta. Condividere non riguarda solo la propria ‘roba’, ma vuol dire che quello che vediamo, quello con cui veniamo a contatto, sia esso un pensiero, un concetto, un oggetto, una filosofia o uno stile di vita, lo approviamo tanto da scaturire l’esigenza di parlarne. Condividere non vuol dire ‘vomitare’ tutto senza un capo o una coda, non significa dare fiato alle trombe in maniera stonata, e ancora, non vuol dire essere senza filtri, e quindi senza un’accurata analisi di quello che si condivide. Il potere della condivisione risiede nell’investire tempo e risorse, vuol dire scegliere il modo più idoneo per donare una parte di noi, per regalare il nostro punto di vista su qualcosa. Condividere è stimolare ad affidarsi e quindi far nascere fiducia. Condividere non vuol dire copiare le idee altrui, non è sinonimo di arrogarsi il primato di parlare di argomenti come se fossero il frutto del proprio pensiero. Condividere è una moneta che ha due facce. Un lato consiste nel divulgare qualcosa che riguarda noi, l’altro lato è dare importanza alla ‘roba’ degli altri con il dovuto rispetto e l’opportuna considerazione. Tutto questo perché crediamo nella forza della condivisione. La condivisione eseguita in modo pertinente non fa altro che aumentare la qualità dei propri canali social senza scadere nel grottesco o nell’eccesso. Pubblicare o mostrare un contenuto dopo aver pensato, dopo aver elaborato il modo migliore, non solo dona valore a chi lo diffonde ma rende meritevole d’interesse ciò che si sta divulgando. Il potere che una condivisione possiede deve essere misurato a quanto si è capaci di arrivare a chi ascolta o guarda. Condividere non solo porta a mettersi in gioco, ma anche a farsi conoscere. La conoscenza è un altro elemento distintivo del potere della condivisione. Siamo noi in prima persona a venire a conoscenza e siamo sempre noi a diffondere questa conoscenza, insomma è un prendere e un dare. La condivisione di argomenti diversi ci differenzia e su questa differenza e distinzione bisogna lavorare con quel pizzico di competizione sana e naturale. Ricercare un vantaggio rispetto ad altri con le nostre stesse capacità e i nostri stessi strumenti pone le basi per dare importanza a ciò che si condivide e alla forma con cui si condivide. La condivisione deve essere misurata, il detto poco ma buono potrebbe servire. Come si può mai pensare che contenuti, idee, consigli, pensieri e altro possano essere apprezzati e conosciuti se si tengono per sè? Il potere della condivisione sta in quello che avviene con essa, come il confronto, il dialogo. Altri benefici della condivisione sono l’aiuto a capire come la si pensa, l’accesso alle idee degli altri, lo stimolo alla ricerca di nuove idee.

In conclusione per una perfetta ed efficace condivisione bisogna avere frequenza ma riuscire a dosarla. Consistenza cercando di non condividere il nulla. Dare un valore aggiunto a quello che si vuole comunicare. Per ultimo ma non ultimo d’importanza, dare merito e credito menzionando, linkando, citando chi ha fatto venire in mente idee, spunti e contenuti.

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Farsi notare

Da quando ci esponiamo attraverso i social e in particolare attraverso Instagram, il social rinomato per il suo farsi notare, la parola d’ordine è espressione. Si cerca ogni forma per farsi notare, ogni linguaggio adatto per farsi vedere, per presentare ciò che si vuole condividere di sè. Ma siamo sicuri che lo facciamo nella maniera giusta? Siamo certi che tutto quello che facciamo vedere sia adatto? Gli occhi che usiamo per guardarci e per guardare altrove hanno capacità di dire la verità o si nasconde, persino a se stessi, la non riuscita dell’obiettivo prefissato attribuendone il fallimento a qualcosa di esterno? Quando si sceglie di indossare un capo piuttosto che un altro lo si fa con l’intenzione di non passare inosservato. Questo vale anche quando si vuole mandare un messaggio o si vuole raccontare qualcosa. Farsi notare è direttamente proporzionale all’ espressione. Più l’espressione è emotivamente calzante più il farsi notare è esplicito. Presentare un prodotto, mostrare una creazione, far vedere un selfie, passano in secondo piano perché risultano senza anima, perché è come se fossero esposti in una vetrina. A meno che quella vetrina non sia tutta illuminata o abbia qualcosa che attiri non riuscirà a colpire l’interesse dei passanti. Se ciò che si espone lo si esprime, lo si racconta, lo si narra, allora si crea una relazione tra storia, narratore e lettore. Usare il linguaggio di comunicazione che più ci rappresenta è la chiave per farsi notare. Considerare la propria espressione social come contenitore di se stessi è il punto di partenza per creare connessione. Farsi notare non è sinonimo di essere un fiume in piena, ma riuscire a bilanciare ciò che serve per essere espressione seducente. Farsi notare è promuovere se stesso. Come? Con ingredienti quali inventiva, fantasia, serietà e verità. Bisogna trovare le giuste strade per non canalizzare la propria espressione su un’unica carreggiata. Farsi notare non deve essere dettato dalle ‘leggi‘ social, non deve essere stimolato da contenuti che ‘funzionano’, perché il risultato sarà che le immagini si assomiglieranno e nessuno noterà l’autore o il soggetto. Per diventare espressione eccellente di se stessi e diventare ‘noti’ bisogna sempre tenere viva l’attenzione altrui con argomenti coerenti, pertinenti e di rilevanza. Il farsi notare risiede dentro ogni persona che con un minimo di narcisismo vuole mostrarsi. Ma mostrarsi vuol dire dar prova di se stessi e avere qualcosa da comunicare alla community. Rivelare se stessi e dare forma e figura alla propria espressione su piattaforme social, ma anche nella vita, non è solo esserci ma è farsi notare. Nessuno noterà chi sei se non sei tu per primo che noti te stesso. Essere notati è scrollarsi dalle ‘paturnie’ che affliggono. Essere notati è suscitare interesse e curiosità. Distinguersi e non uniformarsi. Non nascondere ma mettere in risalto. Caratterizzarsi per qualcosa di creativo e originale tralasciando temi già trattati e visti. Raccontare la propria storia e non fare eco della storia degli altri. Tutto questo equivale a farsi notare.

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Il Sogno è realtà!

Una fiaba di solito inizia con un “C’era una volta” ma questa inizia con “Il sogno divenne realtà”. Quando ho iniziato a scrivere il mio blog ho creato anche una pagina Facebook e un profilo Instagram di “Le Dritte di Simo” e ad oggi su entrambi i canali social ho postato foto con descrizioni di prodotti che le varie aziende mi hanno inviato per provare, di tendenze e mode di stagione, di capi di abbigliamento e accessori che di solito uso e acquisto, di negozi originali e di eventi particolari, di paesaggi che parlano come fanno i look. Ogni foto esprime un momento, una sfumatura, un attimo, un’esperienza. Una foto parla, comunica, racconta e emoziona. La fotografia illumina le varie sfaccettature di ciò che ognuno ha dentro. Le foto fanno da cornice alle parole che sono il quadro e viceversa. Per realizzare il sogno che avevo in mente dovevo trovare un artista che dava importanza alla luce più che alla foto, e quando ho visto le sue foto ho pensato che la realtà riprodotta era gioia artistica, ogni scorcio catturato parlava di una realtà diversa e ogni luce prodotta confessava la bellezza del soggetto. Un luogo, un dettaglio, un ritratto, un abbigliamento diventano una foto, ma la chiave di lettura di quella foto sta nello scintillio che emana lo scatto. Una volta scelto l’ autore delle foto allora dovevo passare allo step successivo e quindi scegliere le diverse forme in cui avrei palesato gli svariati stili che si possono avere e mostrare. Lo stile è come la forma di un diamante, se si pensa che i diamanti hanno diversi tagli e che brillano in modo differente proprio per la loro figura, anche lo stile si comporta allo stesso modo. Ci sono stili più marcati che risplendono per il loro coraggio, altri stili più naturali che riflettono la loro delicatezza e stili più misteriosi che diffondono il loro fascino. Ogni persona può averne uno o possederli tutti ed io attraverso una serie di foto ho voluto immortalare i miei stili. Quasi come in un sogno in cui un pò ti guardi dall’esterno dove in realtà sei tu dall’interno, in questo progetto sono stata sia spettatore che attore. Come in una favola in cui i personaggi indossano una figura o un abito, io ho indossato delle emozioni e ho espresso dei pensieri. In ogni fiaba che si rispetta il fine è di far comprendere una verità e in questo caso la verità è avere il coraggio di mostrare la propria personalità senza nascondere il proprio stile. Viaggiare all’interno della propria indole rivelandola attraverso ciò che si indossa o si esprime. In altre parole un viaggio dell’interiorità attraverso l’esteriorità!!

La foto che mi ritrae a cornice di questo articolo apre le porte al “Sogno è Realtà”. Un vestito con corsetto aderente e gonna vaporosa in tulle con pietre applicate che ricorda le fiabe principesche e che sottolinea uno stile elegante, femminile, sensuale. Appena ho indossato questo look il contrasto dei due capi me li sono sentiti addosso, hanno evidenziato l’essere audace e delicata, la mia natura di Donna si è svelata in questo stile.

Foto di Alessandro Trazzi https://www.instagram.com/_lale_t_/